FRODE FISCALE E TURISTI INESISTENTI

Violando anche gli accordi commerciali che avevano stipulato con la casa madre titolare dei beni di lusso che avrebbero potuto vendere in via esclusiva, i titolari e dipendenti di una società con sede ad Aosta e Courmayeur, hanno ideato e messo in pratica un nuovo sistema di frode per aumentare esponenzialmente le vendite ed evadere le tasse, truffando così lo Stato e ottenendo ricavi, negli anni, per milioni di euro. La truffa, innovativa e piuttosto complessa nella sua ideazione, è stata scoperta dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Aosta partendo dall’analisi investigativa dei bilanci societari e dalle centinaia di esportazioni di beni di lusso effettuate dalla società in particolare verso i mercati asiatici, dove i prezzi praticati dalla casa madre per la commercializzazione del proprio marchio nei punti vendita operativi sul posto, sono decisamente superiori rispetto a quelli italiani. Per questo motivo, lo stesso titolare del marchio concede contrattualmente ai propri concessionari, sparsi soprattutto nelle località turistiche più rinomate del territorio italiano, la vendita dei propri beni esclusivamente a clienti italiani o a eventuali turisti in transito. Gli amministratori della società, con la collaborazione di un intermediario di origine cinese titolare di un’impresa di Terni, hanno invece pensato di esportare in altri continenti una quantità considerevole di beni di lusso utilizzando, senza averne alcun diritto, norme fiscali totalmente agevolative in materia di I.V.A., creando i presupposti per l’evasione fiscale attraverso la falsa attestazione della presenza di cittadini extracomunitari all’interno del punto vendita, in realtà mai giunti nel nostro Paese. Per giustificare il diritto all’esenzione fiscale, gli indagati hanno utilizzato mere fotocopie di documenti e passaporti di cittadini perlopiù asiatici, procurati dagli intermediari di commercio cinesi coinvolti nella truffa, i cosiddetti buyers, figure oggi in considerevole espansione. Il sistema adottato ha permesso alla società di accumulare un credito di IVA maturato negli ultimi sei anni per circa due milioni di euro. Con questo sistema, anche le imposte dovute per le vendite ordinarie effettuate in Valle d’Aosta dalla società, non sono state conseguentemente versate. I militari, attraverso mesi di intercettazioni telefoniche, analisi di dati informatici, commerciali, finanziari e bancari, hanno ricostruito tutte le operazioni commerciali certificando incongruenze, illogicità documentali e fatture soggettivamente inesistenti per 1.250.000 euro e una conseguente evasione di Imposta sul Valore Aggiunto per 280.000 euro. La contestuale attività di polizia tributaria ha certificato inoltre un’evasione d’Imposta sui Redditi delle Persone Fisiche pari a 900.000 euro, al termine della quale i titolari della società hanno restituito alla collettività nazionale la somma di 590.000 Euro. Attraverso il sistema individuato, gli indagati hanno inoltre movimentato denaro contante per 150.000 euro in violazione della normativa valutaria. Le Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Tributaria hanno denunciato alla Procura della Repubblica di Aosta sei persone (tra le quali due cittadini cinesi riferibili una ditta di Terni) per truffa ai danni dello Stato e reati tributari, alle quali l’Autorità Giudiziaria ha già notificato l’avviso di conclusione delle indagini. I finanzieri stanno indagando sulla plausibile replicabilità della truffa da parte di altri concessionari esclusivi di vendita di beni di lusso sparsi sul territorio nazionale, alla luce dei contatti avuti dagli intermediari cinesi già identificati con altri commercianti dello stesso settore.