Il concorso a cattedra 2016 non passerà alla storia solo per le esclusioni clamorose volute dal Miur, ma anche per il numero impressionante di bocciati: dai primi riscontri dei giudizi delle commissioni, rispetto alle prove scritte, risulta che a livello nazionale oltre la metà dei candidati che hanno risposto agli otto quesiti proposti non sarebbero stati ammessi alle prove successive. Ma ci sono anche diverse commissioni che hanno operato con la logica del “taglione”, portando all’orale solo una manciata di docenti precari.
A riportarlo è oggi anche la rassegna stampa del Miur, che pubblica un articolo di Orizzonte Scuola: “il caso più eclatante – scrive la rivista specializzata -, sino ad ora, si era verificato in Sardegna per il sostegno scuola di I grado, dove era stato ammesso all’orale un solo candidato (è pur vero che i partecipanti erano solo 4). La Sardegna perde comunque il primato, in quanto per la classe di concorso A18 in Calabria, dove su 23 partecipanti che concorrevano per 10 posti è stato ammesso all’orale un numero di candidati pari a 0”.
Gli esperti di scuola hanno anche provato a fornire le possibili motivazioni che hanno condotto a tale situazione: “sembra inverosimile che numerosissimi docenti, abilitati dalle Università, non siano in grado di superare una prova che in linea teorica avrebbe dovuto essere tarata per verificare la capacità di insegnamento. Pertanto, si sono ipotizzate altre possibili cause: l’incongruenza quesiti (complessi) – tempo a disposizione; la formazione dei commissari diversa da quella dei candidati; l’inadeguatezza dei quesiti, e non da ultimo l’inadeguatezza di alcuni dei percorsi di abilitazione (TFA/PAS)”.
“Riuscire a individuare la vera causa delle numerose non ammissioni non sarà certo facile e molto probabilmente non ci si riuscirà. Tuttavia, la situazione che si sta delineando deve far riflettere chi di dovere, al fine di evitare per il futuro un simile scenario che sta umiliando docenti, che hanno investito tantissimo nella loro formazione, e lascerà vacanti numerose cattedre perpetuando il fenomeno definito "supplentite", dal momento che i candidati oggi bocciati al concorso nei prossimi mesi verranno chiamati probabilmente a ricoprire quelle stesse cattedre per le quali non hanno avuto diritto ad essere assunti a tempo indeterminato”, conclude Orizzonte Scuola.
Secondo il sindacato, la fotografia scattata è corretta. “Questi insegnanti – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal – non avevano nulla da dimostrare alle commissioni, se non il loro livello di competenza nello svolgimento della didattica e nel saper gestire una classe di alunni. Invece, si è trasformato il concorso in una verifica delle discipline, andando a cavillare su conoscenze già ampiamente affrontate dai candidati sia all’Università sia in seno ai corsi di abilitazione a numero chiuso svolti e superati dopo un esame finale. Viene da chiedersi a chi possa giovare questa ‘strage degli innocenti’, visto che a settembre, in alta percentuale saranno sempre loro, i docenti respinti, a prendere in carico le cattedre vacanti”.
“Si ha sempre più l’impressione che il Ministero dell’Istruzione – continua Pacifico – su questo concorso navighi a vista. Basti pensare a quello che sta accadendo con le commissioni: mentre rimaniamo ancora in attesa del decreto finale per l’assegnazione dei compensi raddoppiati dei commissari, da approvare entro la fine di questo mese come promesso dal ministro Giannini, anche grazie alle nostre denunce, è giunta la curiosa notizia della docente precaria bocciata alla prova scritta del concorso e poi contattata dall’Ufficio scolastico regionale per diventare commissario nella stessa selezione. Se le cose stanno effettivamente così, significa che gli uffici periferici del Miur non sanno davvero più chi andare a trovare per valutare e selezionare i docenti. Ciò significa, pertanto, che ancora a metà concorso, il Miur decide di andare a ‘pescare’ anche tra i precari, non pensando che possano essere loro stessi candidati iscritti al concorso. Non ci sono parole per commentare l’accaduto”, conclude il presidente Anief.
Nel frattempo, continua la battaglia legale dell’Anief per far partecipare al concorso i tanti docenti esclusi dal Miur: è giunta la notizia della vittoria dei legali del giovane sindacato presso il Consiglio di Stato messa a segno a tutela dei diritti dei docenti in possesso di abilitazione con diploma magistrale a indirizzo sperimentale linguistico: i giudici hanno dato piena ragione ai ricorrenti confermandone il loro diritto a partecipare alle prove. Intanto, per gli specializzandi in sostegno, come per i laureati, la decisione rimane rinviata all’organizzazione delle prove suppletive, quando potrà essere, eventualmente, richiesta una nuova istanza cautelare visto che le prove scritte si sono già svolte. Non si comprende, infine, il motivo per cui a Viale Trastevere non abbiano ancora predisposto il calendario delle prove speciali richieste dai giudici.