di Roberto Malini
Ancora vittime del mare, di cui i media cercano di dare poche notizie, perché il governo italiano non faccia “brutta figura”. Un ragazzo di soli 18 anni ha terminato senza vita il suo "viaggio della speranza" verso l’Italia. L’ha portato a terra la nave Vega. È arrivata a Catania la nave "Topaz Responder", di Emergency e di Migrant offshore aid station (Moas), con quattro giovani vittime a bordo. Come sempre, si cercano fra i sopravvissuti gli "scafisti", che sono semplicemente profughi cui i trafficanti hanno affidato la guida delle carrette del mare e che pagheranno con il carcere per tutti. Ricordiamo ancora una volta che i trafficanti affidano in genere la conduzione dei battelli a quei migranti che non sono stati in grado di corrispondere l’intera somma richiesta per la traversata. Capri espiatori di mafie, aguzzini e istituzioni intolleranti, pagano così la "differenza". Assai meno fortunati coloro che non mettono insieme il denaro richiesto dai criminali e che finiscono le loro esistenze nell’orrido mercato degli organi umani. In questo terribile scenario, 4032 è il numero, sconcertante, di migranti e profughi che hanno perso la vita durante i viaggi verso l’Italia dall’inizio dell’anno.