di Roberto Malini
Amici miei, difensori dei diritti umani di EveryOne Group, abbiamo celebrato la memoria del Pharrajimos con un’azione civile a difesa di un giovane Rom colpito da persecuzione poliziesca in Austria. Il ragazzo è ora al sicuro e si sta curando. Gli agenti, pestandolo a sangue, gli hanno provocato fratture alle dita delle mani e alle costole, nonché danni agli organi interni. Il giudice l’ha lasciato libero, ma non ha ritenuto di sottoporlo a cure mediche. E’ un miracolo che sia sopravvissuto e ha subìto un autentico calvario senza aver fatto niente di male. Si era solo recato lì dalla Romania, in cerca di un lavoro indispensabile per provvedere alla sua famiglia. Il giovane ci ha detto che "a Vienna e in Austria Hitler è ancora vivo. I poliziotti ci fermano, ci ammanettano, ci portano in luoghi isolati e ci riducono in fin di vita con colpi di manganello, pugni e calci. Lo fanno per convincerci con le cattive a non farci più vedere. Inoltre ci denunciano per ‘resistenza a pubblico ufficiale’, che qui può significare quattro anni di galera durissima. Per noi Rom sarebbe meglio toglierci la vita – anche se non lo facciamo, per la nostra fede – piuttosto che finire dietro le sbarre in Austria". Nei giorni scorsi, mentre gli uomini in divisa massacravano i Rom, in Austria sono apparsi, all’interno dei mezzi pubblici, cartelli che ricordavano la Giornata della memoria del Pharrajimos: una forma di ipocrisia che mette i brividi.