L’indagine della Procura di Roma su Veneto Banca sta verificando la sussistenza dei reati di aggiotaggio e ostacolo alla vigilanza. L’avv. Antonio Pinto di Confconsumatori che sta seguendo oltre trecento azionisti rileva che: «L’aggiotaggio è proprio il reato che riguarda chi, al fine di turbare il mercato interno dei valori o delle merci, pubblica o altrimenti divulga notizie false, esagerate o tendenziose o adopera altri artifizi atti a cagionare un aumento del prezzo delle merci, ovvero dei valori negoziabili nel pubblico mercato, ed è punito con la reclusione fino a tre anni. L’ipotesi accusatoria è quindi quella di aver omesso il reale stato patrimoniale della banca dinanzi agli organi di vigilanza ed al pubblico dei risparmiatori».
Infatti, gli aumenti di capitale sarebbero stati realizzati anche con prestiti offerti per consentire l’acquisto di azioni. Soprattutto, i crediti deteriorati non sarebbero stati svalutati e, in questo modo, il bilancio sarebbe stato alterato, dando una immagine falsa di maggiore solidità, a danno degli azionisti ignari.
«Tutto quanto sta emergendo in questi giorni dalle indagini penali, – sostiene Mara Colla, presidente di Confconsumatori, – è utilissimo per sostenere le ragioni degli azionisti, che hanno tutto il diritto di ottenere la restituzione delle somme investite nell’acquisto di azioni che sono state vendute ad un valore gonfiato rispetto alla realtà, come ormai sta emergendo dalle indagini».