Concorso a cattedra senza capo né coda: boom di bocciati, commissioni improvvisate, errori clamorosi

Il concorso a cattedra dell’estate 2016 si sta sempre più configurando come un’opera incompiuta e infelice. Dopo gli errori contenuti nel bando, ad iniziare dalle ingiustificate esclusioni dei candidati senza abilitazione, si deve ora prendere atto di un numero sconsiderato di bocciati: la media superiore al 50 per cento, con punte del 100 per cento, di non ammessi agli orali, rappresenta il nonsense di come è stata impostata la selezione nazionale.

Stamane repubblica.it ha scritto che il concorso a cattedre si è trasformato in “una selezione dura”, con “metà dei candidati — stima prudenziale — che non ha passato l’esame. E le prime bocciature si avvertono in quelle classi che hanno già iniziato le prove orali. I dati definitivi a settembre, ma quelli che emergono dagli Uffici scolastici regionali sono indicativi. E preoccupanti”. Alcuni dei resoconti dopo lo svolgimento degli scritti parlano da soli: “Filosofia e Scienze umane in Calabria si è chiusa con nessun promosso su 23. Sempre in Calabria, numeri bassissimi nelle discipline letterarie: 95 su 320. Solo il 23 per cento è passato sul sostegno. In Sicilia, il 70 per cento dei bocciati: le due domande in lingua straniera hanno abbattuto candidati, come ha rivelato l’Ufficio scolastico”.

Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal, “è scandaloso che non siano risultati ammessi, nemmeno agli orali, dei docenti precari che in passato hanno dimostrato di possedere competenze e qualità per fare l’insegnante: va ricordato, infatti, che al concorso a cattedre di quest’anno il Miur ha voluto portare solo docenti già abilitati, e che molti di loro erano risultati idonei a seguito del concorso del 2012. Tanto è vero che sono ancora oggi in quelle graduatorie di merito. E pure gli altri aspiranti docenti, anche loro scartati, avevano comunque superato le selezioni a numero chiuso organizzate dalle Università, fino al 2009 con le Ssis, poi attraverso i Tfa, con decine di esami svolti. E lo stesso vale per coloro che si erano abilitati con i corsi di Scienze della Formazione Primaria”

“Come si fa a pensare – continua Pacifico – che oggi siano diventati tutti o quasi incompetenti, non in grado nemmeno di meritare la sufficienza per svolgere i colloqui orali? Sicuramente, qualcosa non ha funzionato. E non in questi candidati, che si sono prestati nel mettersi alla prova per l’ennesima volta per cercare di svolgere la professione di insegnante. Tra l’altro, questo modo di procedere tradisce anche il chiaro segnale mandato dalla Corte Costituzionale, che a metà luglio ha detto che la normativa italiana che disciplina le supplenze del personale docente a Ata, viola la normativa comunitaria, perché avalla l’abuso dei contratti di lavoro a tempo determinato per la copertura di posti vacanti e che, quindi, per i docenti si deve provvedere all’immissione in ruolo. Ora, anziché prendere atto di tale orientamento, si continuano a respingere i precari in virtù di una logica superata pure dalla giurisprudenza”.

Secondo Anief stiamo assistendo ad un concorso senza capo né coda: quasi ogni giorno vengono presentate interrogazioni parlamentari, l’ultima proprio oggi, alla luce della quantità di errori e comportamenti illegittimi che lo hanno caratterizzato, anche nell’organizzazione dellee prove; le commissioni, che continuano ad attendere gli aumenti promessi dal ministro Giannini entro fine luglio, sono sempre più spesso improvvisate e cadono in errori clamorosi, come quello accaduto nel Lazio dove è stato ammesso all’orale un candidato che non ha mai svolto la prova scritta, per non parlare della precaria bocciata alla prova scritta del concorso e poi contattata dall’Usr per diventare commissario nella stessa selezione. E che dire di quella commissione allestita in Calabria, dove gli orali non si svolgeranno perché non c’è neanche un ammesso agli orali?

Tra l’altro, a metà concorso sono già migliaia i posti messi a bando che non andranno assegnati, perché il numero di candidati rimasti in “vita” sono già in misura minore. “Complice un concorso a cattedra troppo difficile che ha lasciato fuori metà dei contendenti e migliaia di cattedre vacanti che il prossimo anno scolastico dovranno andare a supplenza” e “nonostante le ultime assunzioni in ruolo che hanno immesso in ruolo 90mila insegnanti e altri 90 mila sono previsti nei prossimi tre anni”, con il prossimo anno scolastico “si rischia il boom di supplenze”, scrive oggi Orizzonte Scuola. E pensare che la Legge 107/2015 doveva spazzare via il fenomeno, della supplentite, “che sembra, dunque, essere lontano da una soluzione, come promesso dal Governo e che potrebbe creare una nuova flotta di docenti che senza abilitazione lavorano nelle scuole e che, a ben ragione, chiederanno di potersi abilitare con percorsi senza selezione iniziale”.

“A rendere la selezione ancora più paradossale – continua Pacifico – è il fatto che ci sono tanti docenti Itp e diplomati magistrale ad indirizzo linguistico a cui il giudice ha dato ragione: avevano diritto a partecipare al concorso, ma il Miur ancora non ha dato indicazioni sulle prove suppletive da svolgere, rendendo impossibile in questo modo la formazione delle graduatorie di vincitori e idonei, laddove le commissioni dovessero completare tutte le verifiche con i relativi giudizi dei partecipanti alla selezione. Senza dimenticare che la partita ancora non è chiusa per gli specializzandi (oggi specializzati) su sostegno e per i tanti ricorrenti laureati senza abilitazione che i legali Anief continueranno a tutelare in tutte le opportune sedi: negli scorsi mesi, avevano ottenuto un decreto monocratico e due ordinanze di accoglimento dagli stessi giudici del Consiglio di Stato, che oggi si riservano di dare, soltanto all’atto dell’organizzazione delle prove suppletive, un nuovo giudizio sommario”.