Alla Signora
Danila Josefa
Gentile Sig.ra Danila,
mi scusi le lacrime, non ci conosciamo. Sono un poliziotto, uno delle migliaia, che in ogni angolo del Paese, sta lavorando e piangendo Diego.
So però che nelle prossime ore Lei vedrà il viso di chi accompagnerà suo marito, non ricorderà le lacrime, non ricorderà i volti di chi le starà davanti, impettito e sugli attenti.
Non ricorderà e non deve farlo, gli abbracci di persone che non conosce e non rivedrà forse mai più.
Non saprà dei tantissimi che dinanzi alla morte di un collega non hanno la forza nemmeno di avvicinarsi a dirle: “coraggio”.
Troppo grande il dolore di una morte così difficile da accettare.
Come tutte le morti di chi porta sul cuore la scritta Polizia.
Di chi ha sudato dentro uniformi sempre più strette, non per gli anni che passano ma per il rispetto che manca in fette sempre più grandi di questa società, senza nemmeno capire perché e quanto stiano avvelenando il futuro dell’Italia.
Spero che i silenzi di quella parte di Istituzioni che urlano ad ogni presunto sopruso in divisa, la lascino oggi indifferente, quando ne avrà la forza, ne perdoni l’ignavia ed il becero opportunismo che ne muove le azioni.
Non ci conosciamo e nemmeno io ho il coraggio di confortarla.
Troppa la rabbia e lei ora merita solo di essere lasciata in pace.
Sappia però che io e tutto il Sindacato che rappresento ci saremo. Oggi, domani e tra cinque anni, ci saremo.
E la cercheremo, perché i sacrifici che Suo marito ha fatto, nel silenzio di questo lavoro che rimane e sempre sarà una missione, sono di gran lunga più importanti, nobili ed eroici di quanto si possa raccontare.
Come lui a migliaia in divisa compiono gesti che salvano vite, rimettendoci soldi e salute, ma con il cuore di chi vuole vivere in un Paese migliore, più giusto e più riconoscente.
Grazie per il Suo coraggio.
Mi scusi per le lacrime di oggi.
Il Segretario Generale del Coisp
Franco Maccari