SCUOLA – Parte il valzer delle cattedre ad anno iniziato

L’anno scolastico è iniziato, ma più degli altri anni ci sono ancora tante cattedre che attendono di essere coperte, con chiari scompensi per la didattica e per gli alunni. In settimana si dovrebbero completare le assegnazioni di sede attraverso la controversa chiamata diretta dei 29mila neo immessi in ruolo, alla fine assolte d’ufficio dagli Usr e senza aver verificato il curriculum e i desiderata di docenti candidati; subito dopo toccherà alle utilizzazioni e assegnazioni provvisorie, l’ultima spiaggia prima del tribunale per migliaia di docenti mandati a centinaia di chilometri da casa dall’algoritmo ministeriale “impazzito”. Dopo di che toccherà alle supplenze annuali, che anche quest’anno saranno tantissime, decretando il fallimento del piano governativo in base al quale la Legge 107/2015 di riforma avrebbe sconfitto la supplentite.

Lo scorso anno furono oltre 100mila i contratti sottoscritti sino al 30 giugno o al 31 agosto 2016. Dal Ministero, sostiene la rivista Orizzonte Scuola, vogliono essere fiduciosi e oggi la cifra scende a 80.000. “In 30mila casi – riferisce il Sole24Ore – si tratta di coprire posti di organico di fatto, 29 mila le cattedre vuote su sostegno assegnate in deroga e altri 20mila posti rimasti non coperti. Al momento non trapela dal Ministero alcun commento sul fatto che le supplenze (in generale) potrebbero diminuire anche per un utilizzo non corretto dei docenti su cattedre di potenziamento”. Sempre per la rivista specializzata, il decremento si dovrebbe quindi perché “alcuni Dirigenti Scolastici stanno modificando le regole delle supplenze, attribuendole ai docenti del potenziamento, facendo venir meno gli obiettivi del loro lavoro”.

Secondo Anief, se le cose stanno così, se i posti del potenziamento vengono utilizzati per supplire le vacanze dei posti liberi e non per dare linfa alle attività e ai progetti d’istituto previsti dal Ptof, si tratterebbe dell’ennesima disapplicazione della Buona Scuola. Come se non bastassero già le tante storture introdotte dal legislatore. Ma c’è dell’altro, perché ammettere che esistono quasi 100mila posti da assegnare ai supplenti annuali significa anche che le denunce del sindacato erano più che fondate.

“Lo diciamo da tempi non sospetti – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario organizzativo Confedir – che il 70% di quei posti sono erroneamente spostati sull’organico di fatto, invece che essere collocati al 31 agosto e quindi coperti da supplenze annuali o dalle immissioni in ruolo (da conferire anche ai docenti abilitati delle graduatorie d’istituto). I conti sono presto fatti: tra queste cattedre in organico di fatto ce ne sono oltre 30mila di sostegno, oggi collocate in deroga, tanto è vero che nelle scuole manca un docente specializzato su tre, e quasi altrettante curricolari, facenti capo a discipline comuni, non dichiarate; poi ci sono almeno 20mila posti non coperti e già oggi vacanti, di cui parla anche la stampa generalista, che in buona parte riguardano le cattedre perse per la pessima organizzazione del concorso a cattedra del 2016”.

“Fino a che a Viale Trastevere continueranno a tenere occulta la vera natura dei tanti posti relegati oggi in organico di fatto, non permettendo agli abilitati delle graduatorie d’istituto di entrare nelle GaE e di coprirli con l’immissione in ruolo, sarà pura demagogia parlare di supplentite da sconfiggere. Il valzer delle cattedre d’inizio anno scolastico, con un docente su sei che manca all’appello, come è accaduto quest’anno, si perpetrerà nei decenni con tanti docenti costretti a ricorrere in tribunale per far valere i propri diritti, chiedendo legittimamente – conclude Pacifico – di essere stabilizzati o risarciti dal Ministero dell’Istruzione, ma anche di percepire, finalmente, gli scatti di anzianità e le ferie non corrisposte, oltre che il pagamento di luglio e agosto indebitamente sottratti”.

Il sindacato ricorda che dopo 36 mesi di servizio svolto, anche non continuativo, il docente può legittimamente chiedere il debito risarcimento, oltre al pagamento delle mensilità estive e degli scatti di anzianità professionale. E sempre più giudici stanno dando ragione ai ricorrenti, dando ordine di corrispondere cospicue somme risarcitorie. È ancora possibile aderire ai ricorsi per la stabilizzazione del personale che ha svolto oltre tre anni di supplenze, per il recupero degli scatti di anzianità, delle ferie non godute e molti altri diritti negati dall’Amministrazione.