Può il mestiere di prostituta considerarsi espressione libera della volontà di una donna?

La Guardia di Finanza, a seguito di una verifica fiscale, contesta circa 300.000 € di redditi non dichiarati ad un’avvenente escort, attiva in provincia di Udine. Attraverso l’uso di un nome d’arte, pubblicizzava i “servizi” offerti sul proprio sito web personale e sulla sua pagina Facebook, nonché su vari siti specializzati del settore: dagli accertamenti svolti è emerso che la donna svolgeva allo stesso tempo sia l’attività di ballerina di lap-dance presso svariati locali notturni del triveneto sia quella, di gran lunga più remunerativa, di escort/accompagnatrice.

Escort!! Attingiamo un termine dalla lingua inglese per alleggerire e rendere più elegante il sostantivo italiano di "prostituta"; che la prostituta sia raffinata ed elegante, offra servizi più elevati e completi e si rivolga a clientela più facoltosa non muta il concetto antico di donna che vende il proprio corpo,la propria intimità, in cambio di danaro. Da anni è aperto il dibattito sulla abolizione della legge Merlin e sulla volontà di riaprire le "case" e regolamentare l’occupazione con conseguente regolare tassazione sugli introiti, spesso consistenti, che lo Stato potrebbe ottenere da una rigorosa disciplina fiscale. Può il mestiere di prostituta considerarsi un diritto? Può il mestiere di prostituta considerarsi espressione libera della volontà di una donna? Emotivamente, da donna inorridisco!! Se analizzo però la situazione in modo oggettivo comprendo che il danaro governa idee e ideali; tutto ha un prezzo e tutto può essere comprato! Si compra la giustizia, si compra l’opinione, si compra la solidarietà, si comprano le idee….figuriamoci se non si compra il sesso!! E poi stiamo a parlare di emancipazione sociale, culturale,di pari opportunità, di abusi.E’ una grande contraddizione.

Giovanna Cardile