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Un decreto del Governo è stato pubblicato ieri in Gazzetta Ufficiale per garantire ai disagiati socialmente ed economicamente che non pagano la bolletta dell’acqua, almeno 50 litri al giorno. Nel contempo si prevede anche la rateizzazione per altri utenti non rientranti in questa categoria. Pubblicazione in Gazzetta non equivale però a entrata in vigore, perchè dovrà poi essere la specifica Autorità energetica (AEEGSI) a stabilire tempi e modi. Vedremo, e aspettiamo fiduciosi. Ciò che invece ci solleva dei dubbi è il fatto che questo decreto ignora alcune realta’ molto diffuse sul territorio: le utente uniche condominiali. Speriamo che l’Autorità prenda in considerazione anche quest’aspetto, ma il decreto di per se’ non l’aiuta e, come purtroppo sappiamo, la questione non è semplice: non perchè in sè non lo sarebbe, ma perchè la tenacia dei gestori idrici ad incassare soldi in qualunque modo, spesso li porta ad ignorare e violare le stesse leggi che tutt’ora sussistono per garantire il diritto di chi, pagata la bolletta, non deve avere il servizio tagliato.
Ci sono intere città in cui l’utenza idrica è condominiale e succede che, quando uno dei questi condomini non paga, complice anche la societa’ letturista che non versa il parziale che ha già incassato con la scusa che gli mancano alcuni importi, il servizio viene tagliato a tutto il condominio: anche chi ha quindi pagato i propri consumi, se l’intero condominio non si fa carico anche delle bollette di chi non ha pagato, rimane senz’acqua. Un atto illegale, visto che la legge sul condominio approvata alcuni fa e’ molto esplicita in materia: il gestore si deve rifare sul condomino moroso e solo dopo aver espletato tutti i tentativi che la legge gli consente, puo’ pretendere il pagamento dall’intero condominio. Una situazione che talvolta ha anche risvolti drammatici per il tipo di utenza che ne viene coinvolta (anziani, famiglie non in grado di dover pagare anche per altri, etc.). Ma le societa’ idriche, tutte a partecipazione pubblica anche se formalmente societa’ di capitali, vanno avanti pensando solo a far tornare i propri conti, anche violando la legge. Cosa succede oggi, dopo questo dpcm pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 14 ottobre? Niente! Ed e’ questo il problema. Il legislatore, visto che ha ritenuto opportuno intervenire per garantire dei diritti sanciti anche dall’Onu per la salute (così si legge del decreto approvato: 50 litri al giorno rispetto ai 40 indicati dalle Nazioni Unite come indispensabili per la vita di una persona), ha ritenuto opportuno fermarsi solo ad un’enunciazione dei principi, senza neanche sfiorare questa realta’ di cui abbiamo scritto: realta’ che e’ tra le piu’ odiose ed illegali con cui il consumatore onesto si deve confrontare ogni giorno. Il Governo ha passato la palla all’Autorita’. Vedremo se dalla palla di vetro dell’AEEGSI verra’ fuori qualcosa di utile per tutte queste problematiche. Anche se, nel frattempo, non sarebbe male che i singoli gestori, che alcuni oggi hanno sistemi ibridi di aiuto ai bisognosi e per le rateizzazioni, prendessero la palla a volo per rivedere tutto questo loro sistema spesso vessatorio. Anche perche’, visto che gli azionisti di questi gestori sono in buona parte le stesse amministrazioni pubbliche territoriali su cui grava questo servizio idrico, non verrebbero mica tanto meno alla loro missione istituzionale… Ma noi siamo ingenui? Preferiamo continuare ad esserlo, cosi’ come siamo implacabili nel mettere i puntini sulle “i” ed a pretendere umanita’ da chi e’ preposto e scelto alla gestione della collettivita’.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc