Nei giorni scorsi militari del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Ravenna hanno dato esecuzione ad un provvedimento di sequestro preventivo di disponibilità finanziarie per 420.000 euro, emesso dal G.I.P. su richiesta della Procura della Repubblica ravennate, nei confronti di un ex insegnante, già dipendente di un sindacato autonomo, indagato per il reato di truffa aggravata ai danni dello Stato. Dalle indagini condotte dalle Fiamme Gialle è emerso che l’ex sindacalista era riuscito, sin dal 2007, a fruire illegittimamente di un vantaggio economico in materia pensionistica consistente in una contribuzione aggiuntiva prevista da una legge speciale per i lavoratori distaccati presso le organizzazioni sindacali. In sintesi, negli ultimi otto mesi antecedenti la data del proprio pensionamento, l’indagato aveva effettuato periodici versamenti di contanti sul conto corrente del sindacato, sul quale egli aveva delega ad operare, denaro che veniva poi utilizzato per far figurare in 6.000 euro la retribuzione mensile corrispostagli dal sindacato e, al contempo, per versare i relativi contributi. Una volta collocato in pensione, l’ex sindacalista ha così maturato la possibilità di percepire una pensione di 6.000 euro al mese, cioè commisurata all’ammontare delle ultime retribuzioni formalmente ricevute, in quanto comprendente la contribuzione aggiuntiva che l’INPS erogava in ragione di una richiesta che lo stesso indagato aveva firmato per conto del proprio sindacato. Peraltro, è risultato che tale domanda di contribuzione aggiuntiva era stata corredata di un verbale che il sindacalista aveva artefatto, facendo risultare in 6.000 euro mensili, e non annui, la retribuzione corrispostagli dall’organizzazione sindacale, che nella realtà era pari a 500 euro al mese. Le indagini effettuate dai finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Ravenna, attraverso l’analisi della documentazione acquisita nonché delle testimonianze di numerose persone informate sui fatti, hanno così consentito di quantificare le somme illecitamente ricevute dall’indagato, in nove anni, in circa 420.000 euro, importo dato dalla differenza tra i 6.000 euro mensili indebitamente ottenuti ed i 2.100 euro realmente spettanti a titolo di pensione all’ex insegnante. Al fine di recuperare quanto indebitamente percepito, l’intera indagine, condotta sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Ravenna, è sfociata nell’emissione di un decreto di sequestro preventivo che ha consentito alla Guardia di Finanza di sequestrare all’ex sindacalista, per la successiva confisca, il valore del trattamento pensionistico illegittimamente ottenuto, che le Fiamme Gialle hanno rinvenuto su un conto titoli dell’indagato, dove sono risultate depositate disponibilità finanziarie per oltre 420.000 euro. Parallelamente i finanzieri hanno notiziato l’INPS, al fine di interrompere immediatamente la corresponsione dell’indennità aggiuntiva non dovuta. L’attività investigativa in questione, che evidenzia la costante attenzione posta dalle Fiamme Gialle a contrasto delle frodi nel settore della spesa pubblica, è stata intrapresa a seguito di analoghe situazioni illecite accertate da reparti della Guardia di Finanza anche in altre parti del territorio nazionale.