LA GIORNATA DEGLI ITALIANI IN UN CAFFÉ, I DATI FIPE

La giornata per molte persone non inizia al momento della sveglia, ma dopo la prima tazzina di espresso. Niente di più vero: il caffè si conferma il grande protagonista del mattino, e, in linea generale, di tutta la giornata in salsa tricolore, come riportano gli ultimi dati della Fipe – Federazione Italiana Pubblici Esercizi in occasione di Triestespresso.
La presenza di Fipe al principale evento B2B dedicato alla filiera dell’espresso vede tra gli appuntamenti principali la tavola rotonda in programma oggi, con la presenza congiunta della Federazione Italiana Pubblici Esercizi e di Ica – Associazione Italiana Caffè, alla presenza di Lino Enrico Stoppani, Presidente FIPE e di Alessandro Polojac, Presidente Ica. "Il caffè resta una delle espressioni del buon vivere italiano e un patrimonio che il nostro settore deve continuare a preservare – dichiara Lino Enrico Stoppani -. La caffetteria è infatti ancora una volta il prodotto di punta del bar italiano che come Fipe rappresentiamo e costituisce circa un terzo del relativo volume d’affari. Si tratta di un bene dal consumo estremamente ampio su tutto il territorio italiano, ma che ha bisogno di un rilancio in termini di qualità, sia del prodotto stesso che del servizi. La sinergia consolidata con Ica è un importantissimo passo in questa direzione, per un accordo di filiera che possa essere funzionale ad apportare migliorie a tutto il settore". Il tema, molto importante per gli associati, ha al centro il contratto di somministrazione tra torrefattori ed esercenti che negli ultimi anni ha creato non poche problematiche per entrambe le parti. Per questo, Fipe, Ica e Camera di Commercio di Trieste stanno collaborando al fine di trovare delle clausole e delle formule che definiscano in modo chiaro e trasparente i diritti e i doveri delle parti, per rendere il contratto sostenibile per tutte le componenti della filiera del caffè.
La tavola rotonda a Triestespresso è stata l’occasione per tracciare un quadro aggiornato dell"Italia in tazzina", un mondo che non conosce cali: il caffè si conferma infatti una delle irrinunciabili abitudini per gli abitanti dello Stivale, praticamente lungo tutto l’arco della giornata. Sono ben infatti 6 miliardi le tazzine di espresso vendute in un anno in Italia, considerando anche l’espresso utilizzato per la preparazione del cappuccino.
Passando invece alla ripartizione quotidiana delle tazzine servite quotidianamente nei 149.000 bar italiani, l’Ufficio Studi di Fipe parla di una media di 175 tazzine giornaliere, con le seguenti specifiche: 202 tazzine nei morning bar, 220 nei lunch bar, 170 tazzine nei bar multiporpose, 85 negli evening bar, 200 tazzine nei bar che non hanno un’offerta specifica.
Considerando il valore economico del "mondo caffé" per i pubblici esercizi italiani, l’espresso rappresenta un volume di affari annuo di 6,6 miliardi, e rappresenta il 32,5% del fatturato totale di un bar.
Proprio parlando del prezzo finale, i nuovi dati Fipe fanno anche riferimento a quanto costa oggi mediamente una tazzina di caffè nelle principali città italiane: 0,99 euro a Milano, 1,02 euro a Venezia, 1,04 euro a Torino, 1 euro a Genova, 1,08 euro a Bologna, 1,01 euro a Firenze, 0,86 euro a Roma, 0,86 euro a Napoli, 0,75 euro a Bari e 0,92 euro a Palermo.
L’analisi dell’Ufficio Studi passa in conclusione ad analizzare la ripartizione degli atti di acquisto dell’espresso al bar lungo la giornata: la colazione è naturalmente il momento privilegiato per il consumo di caffè, con il 49,3% delle consumazioni. Fipe sottolinea anche un dato che conferma quanto per alcuni italiani, da un punto di vista strettamente salutistico, la colazione non costituisca il pasto più importante della giornata, a differenza di quanto auspicato dai nutrizionisti: il 19% degli italiani infatti a colazione beve solo una tazzina di espresso. Tornando invece agli atti di acquisto, il caffè è protagonista dei momenti di pausa, con il 37% delle consumazioni, mentre solo il 9,2% degli italiani beve un caffè al bar dopo pranzo, percentuale che si riduce ulteriormente, al 4,6% dopo cena.