“Il pericolo che con gli sbarchi dei clandestini arrivino in Italia anche terroristi è serio e concreto, come sosteniamo da tempo, specie perché i due fenomeni sono strettamente connessi, e non solo i rapporti dell’intelligence, ma anche i risultati investigativi emersi con numerose inchieste giudiziarie lo confermano. Oggi l’ennesima, e dopo tutte le scemenze su inesistenti abusi attuati con inesistenti mezzi di tortura contro gli immigrati da parte della Polizia, aspettiamo di vedere quale attenzione sarà riservata alla notizia che un siriano, già arrestato come scafista dopo uno sbarco, è finito di nuovo dentro, dopo ben due anni, per terrorismo! Ecco chi ci mettiamo in casa, ecco da dove nasce l’esigenza dei fondamentali riconoscimenti a cui la maggior parte dei clandestini si oppone, ecco con quale subdolo ed atroce percolo ci misuriamo ogni giorno. Altro che chiacchiere. Chi non capisce nulla di questo lavoro rimanga zitto invece che sollevare scandali fasulli a detrimento della sicurezza nazionale, e si cominci invece ad attuare serie soluzioni per impedire gli ingressi indiscriminati di chiunque in Italia”. Questo il commento di Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, alla notizia che in Calabria, su disposizione del Procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, la Guardia di Finanza ha eseguito un provvedimento di fermo nei confronti di un siriano accusato di terrorismo. L’uomo era già stato arrestato, nel 2014, come presunto scafista dopo uno sbarco di clandestini e, secondo quanto reso noto dagli investigatori, questa nuova operazione rappresenta una delle “indagini in cui è stato verificato il collegamento diretto tra soggetti che pianificano il traffico di migranti ed organizzazioni terroristiche islamiche”.
“E’ già intollerabile che un soggetto del genere fosse ancora sul nostro territorio nazionale – incalza Maccari -. Con il rischio anzi la certezza, evidentemente, di poter continuare a fare i propri comodi anche in favore, magari, delle organizzazioni terroristiche che minacciano il mondo intero e l’Europa soprattutto. Questa materia non è più una questione di mera solidarietà o di inutili chiacchiere sull’inclusione o sullo spirito di umanità. Garantire la sicurezza richiede precise regole e presupposti che, di questo passo e di fronte ad un’invasione senza filtri e senza freni, saranno totalmente disattesi. Se ne ricorderanno certi politicanti travestiti da difensori dei diritti umani quando salterà in aria una scuola, un centro sportivo o una chiesa?”.