“Continua ad andare in onda, senza che alcuno o quasi batta ciglio, la vergognosa fiction che usa e abusa in maniera orribile l’immagine della Polizia presentando al pubblico un Poliziotto che commette reati e abusi di ogni genere. Siamo sconvolti dal fatto che nessuno senta il bisogno o il dovere di interloquire sulla faccenda, né i nostri Vertici e nemmeno i tanti censori che amano tanto inveire contro le Forze dell’ordine quando anche solo sembra che si comportino un filino sopra le righe. Ma come? Nella realtà un Poliziotto stressato e sommerso da una quantità di problemi, impaurito magari, distrutto dalla fatica magari, provocato magari, o anche solo troppo stanco e senza mezzi e senza alternative fa scatenare l’inquisizione sui media, e sulla Televisione pubblica, invece, si può mandare senza problemi un programma che propina a tutti, giovani compresi, l’immagine del Poliziotto che calpesta ogni buona regola civile e legale? E’ sconcertante”.
Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, torna sulla messa in onda della fiction di Rai Due il cui protagonista è un Vicequestore che “si fa le canne e ruba”, e compie altri abusi e illegalità apparentemente “giustificato”, nella storia del telefilm, dalla ricerca della soluzione dei casi a cui lavora. Un uomo burbero e scostante, che si trincera dietro al lutto per la perdita della sua famiglia per comportarsi in maniera particolarmente deprecabile. Il Coisp aveva espresso le sue pesanti critiche già prima della messa in onda della prima puntata, e oggi torna sulla questione dopo che la fiction prosegue senza conseguenze o reazioni di sorta sul secondo canale della Televisione pubblica.
“Oggi, che abbiamo anche visto la fiction di cui parliamo – insiste Maccari -, confermiamo con ogni convinzione l’analisi che avevamo profeticamente fatto già prima della sua messa in onda. Era troppo ovvio e banale indovinare che si sarebbe proposto il solito cliché del bel tenebroso che, poiché assillato dal lutto, pensa di avere carta bianca nel maltrattare tutto e tutti. Un bruttissimo novello Robin Hood che ‘ruba per aiutare i poveri’, un disperato talmente tanto alla ricerca di un senso per la sua esistenza, che aiutare il debole di turno o risolvere il caso della settimana è per lui il fine che giustifica ogni mezzo. Ma dico, siamo letteralmente impazziti? Non c’è lavoro, o ricerca della verità o indagine giudiziaria che giustifichi la violenza, l’illegalità, il disprezzo per le regole e per gli altri… chiunque sia l’ ‘altro’. Non c’è indagine che possa avere valore se portata avanti calpestando le regole di quell’Ordinamento che legittima un investigatore a svolgerla e che deve essere per lui una ‘stella polare’. Non c’è testimone reticente o necessità di raccogliere un campione per esami scientifici che giustifichi un pestaggio, e non c’è ricerca di prove al mondo che giustifichi il furto, o qualsiasi altro crimine che questo personaggio osceno e patetico compie come fosse una cosa assolutamente normale, e addirittura coinvolgendo i giovani colleghi nelle sue malefatte. E’ incredibile che nessuno al Dipartimento o al Ministero insorga! I Poliziotti non sono così”.
“Altrettanto assurda – conclude Maccari – è l’idea che questo prodotto orrendo e fasullo (non ce ne voglia l’attore protagonista che fa il suo lavoro benissimo!) non venga cancellato dal palinsesto perché fa buoni ascolti! E se l’immagine di un Poliziotto che si droga, è violento, viola le regole e compie reati vari viene tanto ‘vista’ nelle case degli italiani, dove sono i pronti e severi interventi delle Ilaria Cucchi di turno? Per una volta non dovremmo trovarci assolutamente d’accordo a chiedere esattamente la stessa cosa: che questa oscenità sparisca dai nostri teleschermi?”.