I docenti con diploma magistrale avevano pieno diritto a prendere parte alle quasi 90mila immissioni in ruolo realizzate a seguito dell’approvazione dalla Legge 107/2015, la cosiddetta “Buona Scuola”: quelli in posizioni vantaggiose in graduatoria dovevano, quindi, essere immessi in ruolo dal 1° settembre 2015 e, invece, sono stati illegittimamente esclusi. A dirlo è il Tribunale del Lavoro di Siena, che ha esaminato uno dei ricorsi “pilota”, relativo a una maestra della scuola primaria, precaria di lungo corso, partendo dalla ricostruzione di tutta la vicenda giudiziaria pregressa che ha visto i ricorrenti Anief del 2014 ottenere, con sentenza del Consiglio di Stato ormai da tempo passata in giudicato, la declaratoria del loro diritto all’inserimento nelle Graduatorie a Esaurimento.
I giudici hanno evidenziato l’illegittimità dell’operato del Miur e degli uffici scolastici provinciali che non avevano correttamente eseguito i provvedimenti giudiziali: operando in tal modo, l’amministrazione ha impedito a tanti docenti, che ne avrebbero avuto pieno diritto, la concreta possibilità di partecipare al piano straordinario di immissioni, negando loro anche la possibilità di candidarsi al concorso con modalità on line, così come previsto dalla normativa. In udienza, i legali dell’Anief hanno prodotto una serie di motivi di illegittimità su quanto accaduto, corredando il tutto con le dovute prove documentali: dimostrando, in sintesi, che l’insegnante, precaria storica e in possesso di un altissimo punteggio in graduatoria, non solo aveva diritto a partecipare al piano straordinario di immissioni in ruolo ma sarebbe, inoltre, risultata in posizione utile alla stipula di contratto a tempo indeterminato in tutte le province prese in considerazione in giudizio.
Il Giudice del Lavoro di Siena ha, pertanto, constatato la violazione del diritto della docente “ad emanare tutti gli atti necessari per il riconoscimento del diritto di parte ricorrente a essere individuata quale destinataria di una proposta di stipula di un contratto a tempo indeterminato per la classe di concorso Scuola Primaria (EEEE) in relazione alle immissioni in ruolo disposte nell’anno scolastico 2015/2016 nella così detta fase C del piano di varato con la legge 107/2015, con decorrenza dal 1.9.2015” e, pertanto, a pagare le relative spese di giudizio, anch’esse di consistenza esemplare, quantificate in un totale che supera i 4.500 euro.
“Questa sentenza – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal – ci dice che il Ministero dell’Istruzione non può ignorare una fetta consistente dei docenti precari, oltre 60 mila, perché tanti sono i diplomati magistrali, alla pari di quelli abilitati dopo il 2011. Eppure, ogni giorno, da anni, da decenni, con grande professionalità e a volte con estremo sacrificio, tali docenti permettono il corretto svolgimento delle lezioni nella scuola del primo ciclo. Solo il Miur, si ostina a considerarli dei ‘fantasmi’ da rinnegare”.
“È bene che l’amministrazione cambi registro, chiedendo al Parlamento di normare quanto stabilito in modo ormai inequivocabile nelle aule di tribunale. La possibilità per farlo c’è ed è immediata: basta accogliere i 70 emendamenti alla Legge di Stabilità, presentati dall’Anief alla Commissione Bilancio della Camera, tra cui figurano l’inclusione di tutti gli abilitati nelle GaE, l’abolizione del limite dei 36 mesi di supplenze e l’aggiornamento annuale di tutte le graduatorie”, conclude il sindacalista Anief-Cisal.