In Italia la criminalità fa paura soprattutto nei centri delle metropoli dove terrorizza più di 5 abitanti su 10 (53%), la percentuale in assoluto più elevata e addirittura superiore a quella delle periferie delle stesse metropoli (45%). E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi alla soddisfazione dei cittadini per le condizioni di vita nel 2106 dai quali si evidenza che il livello maggiore di scurezza viene raggiunto nei piccoli borghi rurali con meno di 2mila abitanti dove la malavita spaventa appena il 19% della popolazione. Tra le regioni considerate più pericolose – sottolinea la Coldiretti – dai propri abitanti al primo posto si piazza il Lazio (50%) seguito da Veneto ed Emilia Romagna (entrambi al 46%), dalla Lombardia (44%) e dalla Campania (44%). Nelle metropoli si evidenziano gli evidenti effetti negativi legati alla riduzione dei servizi di prossimità, ma anche un indebolimento del sistema relazionale, dell’intelaiatura sociale che si traduce spesso – sottolinea la Coldiretti – anche della stessa sicurezza sociale dei centri urbani. Una conferma delle difficoltà che hanno portato all’intervento dell’esercito per garantire la sicurezza dei cittadini e delle attività produttive. L’ illegalità non si combatte però solo con la forza ma – sostiene la Coldiretti – occorre intervenire per tutelare le attività storiche che rappresentano un valore aggiunto la salvaguardia dell’identità ma anche un presidio contro lo spopolamento e l’abbandono che lascia il campo libero alla criminalità. Non a caso una spinta al ripopolamento dei centri urbani è venuta dall’apertura dei mercati degli agricoltori di Campagna Amica promossi dalla Coldiretti che rappresentano non solo un momento economico ma anche di rivitalizzazione dei quartieri.