SCUOLA – Il 2017 sarà l’anno dei concorsi

Il 2017 sarà l’anno dei concorsi: lo ha confermato il Ministero dell’Istruzione, attraverso l’Atto d’Indirizzo del nuovo ministro Valeria Fedeli pubblicato a fine anno. Perché, “si concluderà – scrive La Stampa – quello per oltre 63mila nuovi docenti (una bella fetta di insegnanti potranno essere immessi in ruolo già nella prossima estate) e nelle prime settimane del nuovo anno dovrebbe essere pubblicato il bando del nuovo concorso per dirigenti scolastici, per la prima volta gestito interamente dal Miur e non più dalla scuola ad hoc della pubblica amministrazione. Viale Trastevere ha preso inoltre l’impegno ad avviare, dopo tantissimi anni, il concorso per Direttore dei servizi generali e amministrativi”.

Anche secondo Orizzonte Scuola si sbilancia: “nessun dubbio, quindi, che non siano banditi”. L’unica incertezza riguarda il Tirocinio formativo attivo, utile a conseguire l’abilitazione all’insegnamento su discipline comuni: il Tfa, scrive la rivista specializzata, “probabilmente sarà prorogato considerato che è stata decisa e pubblicata in Gazzetta Ufficiale la norma che prevede la normale apertura della III fascia delle graduatorie d’istituto per i non abilitati per il prossimo triennio”. Di sicuro, però, si svolgerà il Tfa per il sostegno per il quale è stato già tutto predisposto, stabilendone anche i posti (circa 5.600).

Secondo l’Anief, l’indizione dei concorsi per dirigenti scolastici e per Dsga costituisce un’importante occasione per andare a stabilizzare del personale precario che andrà a coprire i tanti posti vacanti, circa 1.400 per profilo professionale, che nella prossima estate sono destinate anche ad aumentare per via dei pensionamenti. È evidente che il Miur dovrà pubblicare entrambi i bandi, si spera anche quello per Coordinatore amministrativo, nel volgere di pochissime settimane, perché qualora i tempi si allungassero ulteriormente sarebbe impossibile mettere in ruolo i vincitori di concorso dal prossimo 1° settembre. In tal caso, le reggenze sfiorerebbero quota 2mila, andando così ad incrementare il caos organizzativo delle nostre scuole, con presidi costretti a dividersi su una miriade di plessi e assistenti amministrativi ancora una volta prestati a svolgere il ruolo di Dsga in cambio di indennità minimali.

Per Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal, “occorre assolutamente porre fine al problema delle reggenze e del concorso per presidi che continua a essere rimandato, poiché senza nuovi capi d’istituto, le nostre scuole continuerebbero a vivere nell’emergenza. Andando così a peggiorare quanto accaduto quest’anno, con un dirigente scolastico italiano su tre costretto a gestire contemporaneamente fino a 20 plessi, nemmeno troppo vicini uno all’altro, e 4mila studenti con le rispettive famiglie. Il tutto, per un compenso aggiuntivo di 250-300 euro netti, che si aggiungono allo stipendio iniziale di nemmeno 2.400 euro netto. Perché un dirigente scolastico, che ha più responsabilità di tutti, guadagna in media 57 mila euro lordi l’anno, mentre un dirigente amministrativo della Pubblica Amministrazione 100 mila euro e un collega del settore privato in media 107 mila euro”.

Di buono, c’è che nella bozza di testo del regolamento per nuovi dirigenti scolastici, è stato inclusa la possibilità, su cui si è espresso favorevolmente pure il Consiglio di Stato, di considerare utile per il raggiungimento dei cinque anni di servizio anche il periodo di precariato. Anief, che chiedeva questa modifica da anni, si ritiene soddisfatta per la decisione, ma non del fatto che continui ad essere indispensabile lo status di docente di ruolo. Il giovane sindacato, infatti, già in occasione dell’ultimo concorso per dirigenti scolastici ha avuto piena ragione da parte dei tribunali chiamati ad esprimersi. Tanto è vero che dei docenti precari, accettati al concorso con la modalità della ‘riserva’, hanno vinto il concorso e sono stati poi anche assunti a tutti gli effetti come presidi.

Del resto, con la sentenza 5011/2014 del Tar del Lazio, i giudici amministrativi hanno confermato che per partecipare al concorso per dirigenti non serve in modo tassativo aver sottoscritto un contratto a tempo indeterminato: per svolgere le prove selettive bisogna solo dimostrare di essere in possesso dell’adeguato titolo di studio e aver insegnato almeno 5 anni, ovviamente non continuativi. In linea con quanto statuito nel 2011 dalla Corte di Giustizia europea sul procedimento C-177/10. Il Tar del Lazio ha confermato la posizione con la sentenza n. 9729 del 16 settembre 2014, patrocinata dall’Anief, con cui si è stabilito che il servizio pre-ruolo deve essere valutato esattamente come quello di ruolo.

“Visto che ci sono quasi 2mila posti vacanti – conclude il presidente Anief – fornire questa possibilità al personale docente precario, sempre se abilitato ed in possesso dei cinque anni d’insegnamento minimi, permetterebbe anche di ridurre molto l’età media dei nostri capi d’istituto, oggi davvero troppo alta. Altrimenti, la questione tornerà, è chiaro, in mano ai giudici”.

Si ricorda che Eurosofia, Ente Qualificato al Miur, in collaborazione con Anief, ha strutturato un efficace corso di preparazione al superamento della prova per il Concorso a Dirigente scolastico, affinché i candidati siano preparati ad affrontare le selezioni con una ricca conoscenza dell’istituzione e della legislazione scolastica, delle modalità gestionali e amministrative più idonee, nonché delle novità introdotte dalla L. 107/2015.