Come avevamo previsto tre mesi fa, le offerte di ristoro comunicate da Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza rappresentano un contentino. Per entrambe le oramai ex popolari venete l’offerta riguarda gli acquisti (di titoli già emessi) e le sottoscrizioni (di titoli di nuova emissione) avvenuti a partire dal 2007 tramite le banche dei due gruppi. Per Veneto Banca l’offerta prevede un risarcimento pari al 15% delle perdite subite al netto delle vendite effettuate e dei dividendi percepiti: il prezzo offerto varia quindi da 4.50 a 6.00 euro per azione a seconda della data di acquisto. Più questa è recente, maggiore è il prezzo offerto per via dei dividendi che non vengono detratti. Per Banca Popolare di Vicenza il prezzo è invece fissato a 9.00 euro per azione. Le azioni restano di proprietà del cliente. La somma erogata non è assoggettata a tassazione, trattandosi di indennizzo forfettario, come specificato dall’Agenzia delle Entrate nella Risoluzione 3/E del 12 gennaio scorso. Si può decidere fino al 15 marzo, salvo proroghe. Esiste una condizione: le adesioni devono essere pari ad almeno l’80%. Questa condizione è pressoché impossibile da realizzare, e lo sanno anche loro. Accetteranno di pagare ugualmente gli aderenti, quindi. Sono trattati separatamente i casi di acquisti/sottoscrizioni di azioni agganciati a finanziamenti e quelli di mancato rispetto dell’ordine cronologico nelle richieste di vendita dei titoli. Questi ultimi, i cosiddetti “scavalcati” riceveranno una raccomandata entro fine mese. Popolare Vicenza offre 30 euro. Mancano ancora i dettagli del prezzo di offerta agli scavalcati di Veneto Banca e quelli dell’altrettanto specifica offerta per le azioni prese in abbinamento con scoperti di conto, finanziamenti, ecc. Saranno trattate caso per caso anche le posizioni dei soci che versano in condizioni disagiate, ai cui ristori viene destinato un importo specifico extra di 30 milioni per ciascuna banca. Le condizioni per accedervi devono ancora essere stabilite.
Gli aderenti potranno accedere anche a "ricchi premi e cotillons" con offerte di depositi vincolati a tre (con tasso annuo lordo al 3%) e cinque anni (tasso al 5%) a cui destinare le cifre ottenute a titolo di ristoro più altro denaro per un massimo pari a 5 volte la somma ricevuta, fino a 200mila euro. Previsti anche un mutuo casa agevolato (ma stavolta non dovete comprare azioni come per i mutui passati) e un conto corrente senza canone (si sono sprecati).
Sono esclusi dall’offerta le società di capitali, gli investitori istituzionali, gli azionisti che hanno già avviato cause civili, chi è rimasto coinvolto in operazioni di capitale finanziato, soggetti che abbiano ricoperto o ricoprono ruoli rilevanti all’interno dei due gruppi.
Per gli azionisti che non volessero accettare l’offerta, la strada al momento più agevole è quella del neonato Arbitro per le Controversie Finanziarie, Acf, al cui Collegio si potranno sottoporre i ricorsi riguardanti la vendita delle azioni dei due istituti.
Ricordiamo che l’Acf è competente fino a 500mila euro per ciascun soggetto, quindi chi lamentasse danni di importo superiore farà bene ad avviare il tentativo obbligatorio di mediazione con la banca, in modo da guadagnare tempo. Le due banche non si stanno presentando alle mediazioni, quindi si sopporta il solo della spesa fissa di avvio istruttoria presso l’Organismo di Mediazione. Aduc sta seguendo da tempo un cospicuo numero di azionisti. Chi fosse interessato all’assistenza, o anche solo a ricevere maggiori informazioni, può contattare Aduc sul canale Investire Informati del sito web http://investire.aduc.it
Anna D’antuono, legale, consulente Aduc