“Chi arriva clandestinamente nel nostro Paese ma senza averne alcun rispetto determinandosi dunque a delinquere, violandone le leggi, pensando di poter sempre e comunque far leva su un malinteso senso del dovere di accoglienza, deve essere mandato fuori dall’Italia all’istante. Senza se e senza ma. Senza ritardi, ripensamenti, senza beghe politiche o falsi moralismi. Già sarebbe indispensabile che si decidesse chi ha titolo per stare sul territorio italiano prima che di fatto ci entri, ma è assurdo continuare pure a tenere dentro chiunque, compresi i tantissimi che commettono i più vari reati… La situazione della sicurezza, già molto critica a causa dei problemi legati all’immigrazione clandestina di massa, rischia di superare un punto di non ritorno se non si metterà mano con decisione e fermezza a norme, regole, interpretazioni che, di fatto, non ci aiutano a garantirla. Pericolosità sociale non sufficientemente motivata e condannato cui viene annullata la revoca del permesso di soggiorno? Bene, aspettiamo pure che quella pericolosità venga ‘provata’ un po’ meglio quando l’ennesimo irregolare che già avrebbe dovuto essere espulso commetterà il prossimo omicidio, il prossimo stupro, la prossima rapina. A chi ha poca, pochissima memoria ricordiamo solo che l’assassino di David Raggi era un clandestino che era stato condannato, ‘banalmente’, per furto”.
Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, commenta con dura fermezza la notizia che un immigrato condannato a 9 mesi di carcere e 200 euro di multa per furto aggravato ha ottenuto dal Tar Liguria l’annullamento della revoca del permesso di soggiorno perché, secondo i giudici, il provvedimento della Questura non dava adeguatamente conto della sua pericolosità sociale. “La Questura di Savona non ha dato adeguatamente conto della gravità del reato commesso dal ricorrente e della conseguente pericolosità sociale dello stesso – secondo il Tar – pericolosità sociale che non può nel caso di specie desumersi né dalla natura del reato né dalla entità della pena in concreto irrogata”.
“Non è la prima decisione di questo tenore che leggiamo – si infuria Maccari -, e tanti altri sono i provvedimenti che hanno un fortissimo sapore ‘ideologico’ ma che sembrano mettere così poco a fuoco le esigenze della sicurezza ed il diritto dei cittadini a vederla garantita. D’altronde, questo è il paese dove chi si dice in fuga da guerra e fame getta via il cibo se non lo ritiene all’altezza delle aspettative! Questo è il paese dove quando in un Ufficio di Polizia si sono permessi di trattenere una immigrata in attesa di espulsione perché non sparisse qualcuno fra quei Poliziotti è finito in tribunale per sequestro di persona! Questo è il paese dove un furto aggravato non basta a sostenere che uno non è esattamente un paladino della comunità! Questo è il Paese dove un clandestino condannato per alcuni furti, rimpatriato ma tornato in Italia da aspirante profugo prima che si stabilisse che non ne aveva titolo e si decidesse che doveva essere espulso senza che quel provvedimento abbia mai avuto seguito, un brutto, terribile giorno ha incontrato David Raggi a Terni, in mezzo alla strada, in pieno centro, e lo ha sgozzato con una bottiglia rotta. E sono purtroppo tanti gli esempi come questi, che volente o nolente dipendono dal mancato funzionamento di un sistema che tutela più i clandestini che i cittadini e chi deve garantire il rispetto delle leggi”.