La tragedia di Vasto è da attribuire solo ed esclusivamente alle nostre istituzioni, che non hanno saputo tutelare né Fabio Di Lello, tantomeno Italo D’Elisa. A lanciare l’accusa è il Codacons, che tira in ballo l’applicazione troppo soft delle norme sull’omicidio stradale.
“E’ evidente come la sbagliata interpretazione delle recente legge sull’omicidio stradale, e le maglie troppo larghe della norma che risulta di difficile applicazione pratica, abbiano avuto un ruolo decisivo nell’omicidio di Italo D’Elisa – spiega il presidente Carlo Rienzi – Il marito di Roberta Smargiassi, infatti, ha interpretato la libertà totale di cui godeva D’Elisa come una sorta di immunità e privilegio e una totale mancanza di giustizia da parte dello Stato, cui ha deciso di rispondere ricorrendo alla “giustizia fai da te”, sempre sbagliata ed estremamente pericolosa. Se dalle istituzioni fossero giunte misure più severe subito dopo l’investimento, non si sarebbe mai arrivati a tutto ciò”.
“Per tale motivo – prosegue Rienzi – riteniamo che dietro il delitto vi siano precise responsabilità da parte dello Stato, e chiediamo una modifica alla legge sull’omicidio stradale che preveda il carcere immediato per chi alla guida di un’auto investe e uccide una persona. Ciò anche nell’interesse dello stesso conducente che, se in libertà, potrebbe essere oggetto di pericolosi atti di vedetta”.