Sprovvisti di licenza, mancanti di autorizzazioni eppure presenti su internet, pronti ad accogliere prenotazioni on line da tutto il mondo. Lo chiamano “turismo parallelo”, cioè quello che non alloggia in strutture alberghiere o extralberghiere ufficiali: un fenomeno diffuso in tutta Italia e presente, quindi, anche a Parma. Contro il fenomeno delle “case vacanze” affittate in nero e dei “Bed and Breakfast” abusivi si è mossa la Guardia di Finanza di Parma, in un’operazione di controllo a tappeto sul territorio di Parma. L’attività di analisi si è svolta incrociando i dati presenti sulle varie banche dati in uso al Corpo e i dati informatici in possesso del Comune di Parma, con le strutture ricettive presenti sui siti internet, nonché sui social network, ove spesso si annidano offerte di ricezione turistica. È stata quindi scandagliata la rete, acquisite le informazioni sul numero di stanze, i prezzi praticati, le recensioni e i feedback ricevuti dai clienti quali prova diretta dell’attività turistica abusiva. Nelle attività di riscontro i finanzieri di Parma hanno anche simulato prenotazioni on-line per verificare l’effettiva operatività della struttura monitorata. Sono stati acquisiti moltissimi dati utili all’attività di monitoraggio del settore che sono stati integrati dai finanzieri attraverso una capillare azione di osservazione, controllo e sopralluoghi occulti nelle adiacenze delle strutture reclamizzate. Sono state analizzate le posizioni di complessivi 69 esercenti che svolgono esclusivamente l’attività di B&B nella città di Parma, al fine di scovare attività alberghiere o di ricezione turistica completamente sconosciute al fisco o celate sotto veste diversa da quella di impresa commerciale. I controlli hanno avuto come finalità l’accertamento dell’avvenuta presentazione delle previste dichiarazioni fiscali, il riscontro della corretta fatturazione dei servizi e la verifica dell’indebita contabilizzazione di componenti negativi di reddito indeducibili derivanti soprattutto dalla registrazione di costi estranei all’attività esercitata, la regolarità dell’assunzione del personale dipendente, l’effettiva rispondenza del numero di camere previste per legge nell’attività di B&B. I circa 70 riscontri, svolti a partire mese di novembre 2016, hanno riguardato, inoltre, la verifica delle previste autorizzazioni amministrative nonché la presenza della cosiddetta «segnalazione certificata di inizio attività», obbligatoria per l’attività ricettiva nello specifico settore. Una ventina di soggetti sono stati oggetto di controllo ed alcuni sono stati segnalati al Comune di Parma in quanto non avevano provveduto al versamento della tassa di soggiorno. Si rammenta infatti che le entrate dell’imposta di soggiorno, per legge, servono a migliorare i servizi turistici del territorio, quindi chi non versa l’imposta fa un danno allo sviluppo del territorio. L’imposta di soggiorno infatti finanzia le politiche di sviluppo turistico di Parma. L’operazione della Guardia di Finanza nel settore delle strutture ricettive alberghiere punta a tutelare sia la legalità economico-finanziaria che la sicurezza dei cittadini. Chi affitta il proprio appartamento “in nero” ai turisti non solo evade le tasse e le imposte (quella di soggiorno in primis) ma, al contempo non permette, agli organi di polizia di identificare le persone che vengono ospitate in città, come invece fanno tutte le strutture regolari. L’attività di monitoraggio è in corso anche in altri Comuni della provincia di Parma.