“I contribuenti che hanno presentato la dichiarazione Irpef nell’anno d’imposta 2015 sono stati 40,8 milioni, in lieve aumento (+0,13%) rispetto all’anno precedente”. Lo comunica il Ministero dell’Economia, aggiungendo che “il reddito complessivo ammonta a circa 833 miliardi di euro per un valore medio di 20.690 euro (+1,9% rispetto al 2014)”.
Il Tesoro sottolinea che “hanno concorso nuovamente alla formazione del reddito i premi di produttività, perché nel 2015 non ha trovato applicazione la tassazione agevolata del 10%. Nel confronto con il reddito medio 2014 comprensivo dei premi la variazione è +1,3%. Circa 10 milioni di soggetti hanno un’imposta netta pari a zero. Se si considerano quelli la cui imposta netta è interamente compensata dal bonus mensile di 80 euro, coloro che di fatto non versano l’Irpef salgono a circa 12,2 milioni. Nei 10 milioni rientrano contribuenti con livelli reddituali compresi nelle soglie di esenzione e quelli la cui imposta lorda si azzera per le detrazioni fiscali”.
“Rispetto al valore medio del reddito complessivo (pari a 20.690 euro) – dice il MEF – il reddito medio da pensione (pari a 16.870 euro) è inferiore del 18,5% mentre quello da lavoro dipendente (pari a 20.660 euro) è in linea, tenuto conto che quest’anno comprende i premi di produttività non assoggettati a tassazione sostitutiva. Analizzando i lavoratori dipendenti in base al tipo di contratto di lavoro, emerge che, se si considerano soltanto i soggetti con contratto a tempo indeterminato (pari a 16 milioni, +2,1% rispetto al 2014), il valore medio è pari a 23.068 euro (-1,3% rispetto all’anno precedente), mentre coloro che hanno esclusivamente contratti a tempo determinato (pari a 4,8 milioni, +2,0% rispetto al 2014) hanno un reddito medio di 9.633 euro (-1,8% rispetto all’anno precedente). Il reddito medio d’impresa è pari a 19.990 euro, 3,4% in meno rispetto al reddito complessivo medio, mentre quello da lavoro autonomo (38.290 euro) è quasi il doppio”.
“Dai dati – prosegue il Ministero -si osserva la lieve flessione del reddito medio da lavoro dipendente (-0,2%) mentre è consistente la crescita dei redditi d’impresa (+14,4% per la contabilità ordinaria e +8,6% per la contabilità semplificata) e da lavoro autonomo (+7,6%) influenzata dall’introduzione del regime forfetario rivolto alle partite Iva con dimensioni economiche ridotte: la fuoriuscita dalla tassazione ordinaria di imprenditori e autonomi di piccole dimensioni, che dichiarano normalmente redditi bassi, determina infatti fisiologicamente un aumento del reddito medio dichiarato soggetto a Irpef ordinaria”.
Il Mef sottolinea inoltre che “il confronto tra le differenti categorie reddituali deve tener conto sia delle diverse norme fiscali per la loro determinazione sia delle singole peculiarità. In particolare, non è possibile dai dati pubblicati comparare il reddito degli imprenditori con quello dei propri dipendenti: la definizione di imprenditore non può essere assunta come sinonimo di datore di lavoro in quanto tra gli imprenditori sono compresi coloro che non hanno personale alle loro dipendenze. Inoltre la categoria dei lavoratori dipendenti comprende sia coloro che prestano l’attività presso una ditta individuale che presso una società”.
“L’analisi territoriale – comunica il MEF – delle dichiarazioni Irpef per l’anno d’imposta 2015 mostra che la regione con reddito medio complessivo più elevato è la Lombardia (24.520 euro), seguita dalla provincia di Bolzano (22.860 euro), mentre la Calabria ha il reddito medio più basso (14.780 euro). Rimane notevole la distanza tra il reddito medio delle regioni centro-settentrionali e quello delle regioni meridionali”.
“Tra gli 11,9 milioni di soggetti che avevano ottenuto il bonus di 80 euro dal datore di lavoro – prosegue il Ministero – circa 966.000 hanno dovuto restituire integralmente il bonus in sede di dichiarazione, mentre 765.000 soggetti hanno dovuto restituire solo una parte del bonus ricevuto. Si tratta di contribuenti titolari di ulteriori redditi che li hanno portati a superare la soglia fissata per avere diritto al beneficio, oppure l’imposta dovuta è risultata inferiore alle detrazioni”.
“Il 45% dei contribuenti – conclude il Ministero – si colloca nella classe fino a 15.000 euro; in quella tra i 15.000 e i 50.000 euro si posiziona il 49% dei contribuenti, mentre solo il 5,2% dei contribuenti dichiara più di 50.000 euro, versando il 38% dell’Irpef totale. Sopra i 300mila euro dichiarano 34mila contribuenti (lo 0,1%). Rispetto all’anno precedente, aumenta sia il numero dei soggetti che dichiarano più di 50.000 euro (+65.000) sia l’ammontare dell’Irpef dichiarata (+1,9 miliardi)”.