di Marina Marceca
In qualità di ginecologhe di Roma e componenti dell’associazione AMICA (Associazione Medici Italiani Contraccezione e Aborto) ci sentiamo profondamente indignate dall’iniziativa del Presidente dell’Ordine dei Medici di Roma Lavra che ha formalmente richiesto alla Regione Lazio di revocare “l’atto iniquo” dell’assunzione di due ginecologi non obiettori per il servizio di Interruzione volontaria della gravidanza dell’Ospedale San Camillo, in quanto “discriminazione” ai danni di chi esercita il diritto, sancito dalla legge, all’obiezione di coscienza.
In primo luogo sul bando di concorso non compare come condizione quella di essere “non obiettore”: la parola “obiezione” non è mai menzionata nel testo.
Ricordiamo inoltre al Presidente Lavra che l’articolo 9 della legge 194, oltre a garantire il diritto del personale sanitario all’obiezione di coscienza, afferma il diritto delle donne alla salute, e impegna “gli enti ospedalieri e le case di cura autorizzate …. ad assicurare in ogni caso l’espletamento delle procedure previste dall’articolo 7 e l’effettuazione degli interventi di interruzione della gravidanza richiesti secondo le modalità previste dagli articoli 5, 7 e 8.”. Riteniamo che la Regione Lazio si sia mossa proprio in quest’ottica, nel bandire un concorso per operatori del servizio che si occupa di interruzioni volontarie di gravidanza.
Facciamo notare al Presidente dell’Ordine dei Medici di Roma che la possibilità di accedere a tecniche sicure per l’interruzione volontaria della gravidanza è un compito fondamentale della sanità pubblica ed un dovere del medico, pur nel rispetto delle diverse posizioni etiche.
Consideriamo pertanto la richiesta del Presidente Lavra una pretestuosa presa di posizione, che va contro i bisogni di salute delle donne ed offende l’impegno professionale di chi le sostiene nelle scelte riproduttive. La necessità di svolgere attività specifiche, come in questo caso il servizio di IVG, e’ necessariamente legata alla disponibilità e alla abilità degli operatori ad attuare quanto richiesto dal servizio, senza alcun intento discriminante.
Chiediamo quindi:
che il Presidente dell’Ordine dei Medici di Roma ritiri la richiesta di revoca del Concorso fatta alla Regione Lazio
al Presidente FNOMCeO Roberta Chersevani e al Comitato Centrale della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici, a cui il presidente Lavra ha chiesto un intervento in merito, un pronunciamento laico, volto a tutelare il diritto delle donne alla salute e la dignità professionale degli operatori impegnati nell’applicazione della legge 194.
I medici dell’Associazione AMICA (Associazione Medici Italiani Contraccezione e Aborto):
Cristina Francesca Damiani
Patrizia Facco
Paola Lo Pizzo
Marina Marceca
Gelsomino Orlando
Mirella Parachini
Anna Pompili