“La crescita dei prestiti alle famiglie si è rafforzata ed è positiva quella dei prestiti alle imprese“.
Il dato è contenuto nel Bollettino economico della Banca d’Italia in cui si sottolinea anche che “prosegue il miglioramento della qualità del credito.La crescita del credito al settore privato – si legge – è proseguita nei primi mesi dell’anno, rafforzandosi per le famiglie; rimane tuttavia ampiamente eterogenea tra i comparti di attività e le classi di imprese. I prestiti sono decisamente in aumento nei servizi, hanno una dinamica ancora lievemente negativa nella manifattura, continuano a contrarsi nelle costruzioni”.
Secondo le informazioni desumibili dai sondaggi le “condizioni di offerta restano accomodanti. Prosegue il graduale miglioramento della qualità del credito, riflettendo il rafforzamento della congiuntura economica. I corsi delle azioni delle banche italiane hanno recuperato, beneficiando anche dell’esito molto positivo di operazioni di ricapitalizzazione”.
Più nel dettaglio “nei tre mesi terminanti in febbraio la dinamica del credito al settore privato non finanziario si è lievemente rafforzata (1,4%). I finanziamenti alle famiglie hanno accelerato (2,7%, al netto dei fattori stagionali e in ragione d’anno), sostenuti anche dalla crescita dei mutui per l’acquisto di abitazioni (2,9%). In febbraio i prestiti alle imprese sono cresciuti sui tre mesi (0,4%, correggendo per i fattori stagionali e in ragione d’anno) e hanno ristagnato sui dodici mesi. La dinamica del credito è eterogenea tra i diversi settori di attività economica: il tasso di crescita dei finanziamenti erogati alle società dei servizi si è attestato al 2,4% sui dodici mesi, mentre i prestiti destinati alle aziende manifatturiere e alle imprese edili hanno continuato a contrarsi (-0,7 e -5,5%, rispettivamente). E’ proseguita l’espansione del credito alle società con 20 e più addetti (0,4%) e si è’ attenuata la flessione dei prestiti alle imprese di minore dimensione (-2,8%). Tra novembre e febbraio la raccolta complessiva delle banche italiane “è rimasta pressoché invariata”; l’aumento dei depositi dei residenti e il maggiore ricorso alle operazioni di rifinanziamento presso l’Eurosistema hanno compensato il lieve calo della raccolta all’ingrosso”.
“La moderata crescita dei consumi prosegue all’inizio del 2017, il reddito delle famiglie aumenta nel 2016 e resta complessivamente stabile la propensione al risparmio, che si colloca su valori molto inferiori a quelli del decennio pre-crisi”, dice ancora la Banca d’Italia. “Le informazioni congiunturali piu’ recenti – spiega- sono coerenti con una moderata crescita dei consumi anche nel primo trimestre di quest’anno. In marzo l’indice del clima di fiducia dei consumatori è lievemente aumentato; nella media del primo trimestre è lievemente sceso rispetto al periodo precedente, soprattutto a seguito del peggioramento dei giudizi sulle attese relative alla situazione economica del Paese; sono invece migliorate le valutazioni sull’opportunità attuale di risparmio. Nei primi tre mesi le vendite al dettaglio hanno invece segnato un lieve calo nei tre mesi terminanti in febbraio. Nonostante la flessione dell’ultimo trimestre, il reddito disponibile delle famiglie, valutato in termini reali, è aumentato dell’1,6% nel complesso del 2016 (0,8 nel 2015). La propensione al risparmio rimane stabile, su valori significativamente inferiori a quelli del decennio pre-crisi (8,6% in media d’anno e 8,0 nell’ultimo trimestre)”.
“Nel quarto trimestre del 2016 la spesa delle famiglie – dice ancora – al netto delle oscillazioni particolarmente accentuate degli acquisti delle istituzioni sociali senza scopo di lucro, “e’ cresciuta dello 0,2%, in linea con i trimestri precedenti. All’accelerazione degli acquisti di beni durevoli (1,1%) e, in misura più contenuta, di quelli di servizi (0,3%) si sono contrapposte la flessione della spesa in beni semidurevoli (-0,8%) e la sostanziale stazionarietà per quelli non durevoli (0,1%)”.
“Risale l’inflazione in Italia, sostenuta dall’evoluzione delle componenti più volatili (beni energetici e alimentari freschi), ma quella di fondo resta debole”, secondo il Bollettino economico di Bankitalia. “L’inflazione al consumo – dice ancora – è risalita dallo scorso autunno, attestandosi nel primo trimestre del 2017 sui valori più elevati dall’inizio del 2013” ma “l’inflazione di fondo
“rimane tuttavia su livelli ancora contenuti nel confronto storico”. “Le famiglie, le imprese e i principali analisti – si legge nel documento – hanno rivisto al rialzo le attese sui prezzi nella media del 2017: la variazione sui dodici mesi dell’indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) è salita in misura significativa nei primi mesi dell’anno, sospinta dalla brusca accelerazione dei prezzi dei beni alimentari freschi e di quelli dei prodotti energetici. Tuttavia, l’inflazione di fondo,pur in lieve ripresa rispetto all’ultimo trimestre del 2016, resta debole e continua ad attestarsi su valori contenuti nel confronto storico (0,5% in marzo, da 0,7 in febbraio), a fronte di margini ancora ampi di capacità produttiva inutilizzata e di una dinamica salariale che rimane improntata alla moderazione . In febbraio, ultimo mese per il quale sono disponibili informazioni di dettaglio, la quota di voci elementari che hanno riportato una variazione negativa dei prezzi è scesa rispetto a gennaio (dal 30 al 26%); è diminuita anche per le componenti di fondo, pur mantenendosi su livelli elevati (al 25%, dal 28)”.
“In Italia – conclude Bankitalia – la crescita prosegue a ritmi moderati, il Pil è aumentato dello 0,2% nel primo trimestre”. Ci sarebbero comunque “alcuni rischi al ribasso”. La crescita dell’attività nel settore dei servizi, secondo l’istituto centrale, “avrebbe più che compensato l’indebolimento della manifattura, segnalato dai dati di produzione industriale del bimestre gennaio-febbraio e dalle informazioni più recenti provenienti dal trasporto merci e dai consumi elettrici”.
Nella rilevazione di marzo dei tecnici di palazzo Koch, “sono migliorati i giudizi espressi dalle imprese circa la situazione economica corrente. Le intenzioni di investimento sono nel complesso favorevoli: la quota di aziende che indica una crescita della spesa per investimenti nel 2017 è superiore di 14 punti percentuali a quella che ne prevede una diminuzione. Migliora il mercato del lavoro e prosegue la ripresa dell’occupazione nei primi mesi del 2017, ma il tasso di disoccupazione resta elevato e la crescita del costo del lavoro è stata quasi nulla”.