Quasi tre lustri di precariato continuativo, a stipendio bloccato, valgono il massimo del risarcimento previsto dalla legge: 12 mensilità dell’ultima retribuzione globale di fatto percepita, interessi legali e contestuale riconoscimento degli scatti di anzianità mai percepiti (avendo lavorato per 14 anni di precariato con lo stipendio bloccato), per un totale che supera i 25mila euro. Così il tribunale del Lavoro di Verbania ha voluto rendere giustizia per l’abuso perpetrato dal Miur nei confronti di un docente, condannato per troppo tempo, oltre i 36 mesi massimi consentiti, a sottoscrivere solo contratti a tempo determinato su posti vacanti e disponibili. E il fatto che i posti ricoperti fossero liberi, sempre con scadenza 31 agosto, quindi utili per assumerlo, ha fatto propendere il giudice per il corposo risarcimento.
“Questa sentenza – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal – conferma la liceità della nostra posizione sul precariato scolastico italiano: abbiamo patrocinato l’ennesima azione legale vincente costringendo il Miur a risarcire i danni in favore di un altro docente precario, per troppo tempo sfruttato, discriminato e umiliato, malgrado le direttive Ue, a partire dalla n. 70 del 1999, fossero dalla sua parte. Nonostante questo, il docente ha sempre lavorato con la massima professionalità, nel corso dei 14 anni di lavoro a tempo determinato alle dipendenze del Ministero dell’Istruzione”.
“Ora, finalmente, è arrivato il momento della resa dei conti, che non poteva essere a suo favore. Ancora una volta aveva ragione l’Anief e i tribunali del lavoro di tutta Italia stanno accogliendo senza riserve le tesi da sempre sostenute dal nostro sindacato e confermate anche dalla Cassazione nel 2015 e ribadita dalla stessa Corte pochi giorni fa quando ha detto che al personale non di ruolo vanno corrisposti i medesimi scatti di anzianità dei colleghi assunti a tempo indeterminato”, conclude Pacifico.
Quello di Verbania non è un caso isolato. Anche il Tribunale del Lavoro di Roma non ha fatto sconti e accoglie i ricorsi, riconoscendo per ben nove ricorrenti il diritto al risarcimento del danno “nella misura di 10 mensilità di retribuzione oltre interessi legali dalla data della presente sentenza al soddisfo”, agli scatti di anzianità e al pagamento di un totale pari a 16mila euro di spese di giudizio. Anche il Tribunale del Lavoro di Vicenza ha accolto la domanda patrocinata Anief ammettendo “l’illegittimità dei termini apposti ai contratti stipulati tra le parti successivamente al raggiungimento del termine triennale (previsto dalla legge per lo svolgimento dei concorsi) e la convenuta deve essere condannata a risarcire la parte ricorrente del danno derivante dall’abusiva reiterazione dei contratti precari, danno quantificato, come sopra detto, in n. 8 mensilità dell’ultima retribuzione globale di fatto prevista dalla contrattazione di comparto per la qualifica e la posizione economica di assunzione della parte ricorrente, con maggiorazione di interessi” e comminando a carico del Ministero dell’istruzione l’obbligo di corrispondere ai tre docenti anche gli scatti di anzianità e le spese di giudizio.
L’azione vincente dell’Anief non risparmia il Miur neanche nei tribunali del resto della penisola, con successi ottenuti anche presso il Tribunale del Lavoro Tivoli, che ha prodotto due sentenze che riconoscono cinque mensilità di risarcimento in favore di altrettanti docenti. Stesso copione presso il Tribunale del Lavoro di Brescia, di Bergamo, di Campobasso, di Crotone, di Cuneo, di Lamezia Terme, di Ravenna (in questo caso anche disco verde per l’estensione dei contratti fino al 31 agosto di ogni anno), di Torino, di Udine. Le vittorie in giudizio targate Anief sono state 44, per un totale a carico del Miur che supera i 350mila euro di risarcimenti comminati in una sola settimana, sia per risarcire le mancate o ritardate assunzioni, sia per il pagamento degli scatti di anzianità.