Con riguardo alle dichiarazioni rese dal Presidente ANM Albamonte, le associazioni della magistratura onoraria ribadiscono il loro legittimo stupore e la delusione per i contenuti di chiusura del parere espresso dal CMC ad ogni soluzione per la “grave situazione” (così come è stata definita dalla Presidente della Commissione Parlamentare per le Petizioni Dr.ssa Cecilia Wilkstrom) in cui versa la magistratura onoraria in servizio.
Le medesime associazioni prendono atto con favore dell’apertura al dialogo dell’Associazione Nazionale Magistrati sperando non sia tardiva rispetto alle inaccettabili decisioni assunte nel parere, ribadendo di essere state sempre disposte ad un confronto costruttivo sulla riforma e di aver chiesto, sin dal 13 aprile alla nuova Giunta Esecutiva Centrale un incontro proprio su questi temi, richiesta rimasta inevasa, e di avere inviato contributi tecnici di approfondimento nell’ambito della collaborazione istituzionale, l’ultimo il 21 u.s senza avere alcun riscontro.
Le scriventi associazioni ritengono necessario che si proceda ad una concreta modifica del parere poiché questo, per come è formulato, porta necessariamente a comunicare al Governo, delegato per la riforma, una posizione di totale chiusura dell’ANM di fronte a tutte le istanze della magistratura onoraria e soprattutto alla soluzione offerta dal Consiglio di Stato, ossia quella già percorsa con la Legge 217/74.
Tale posizione di chiusura non corrisponde alle ultime dichiarazioni rese alle agenzie stampa ed è assai distante dai documenti ufficiali di buona parte dei capi degli uffici giudiziari, come evidenziato da ultimo dal procuratore Armando Spataro che ha preso le distanze dal parere politico approvato da Anm.
Le richieste delle associazioni onorarie sono state comunicate all’ANM nell’incontro con la precedente giunta dello scorso 8 marzo: non chiediamo l’ingresso nei ruoli della magistratura di carriera, bensì la permanenza nelle nostre attuali funzioni giudiziarie, sul modello della Legge 217/74, ossia con adeguate tutele previdenziali e retributive, come imposto dall’Europa.
Questo modello è stato ritenuto percorribile dal Consiglio di Stato nel parere pubblicato in data 07.04.2017 e, con riferimento a questo, il Ministro della Giustizia ha dichiarato che “in sostanza seguiremo la strada stretta che ha offerto il Consiglio di Stato e nel frattempo eserciteremo la delega”.
Conseguentemente era su questo tema che il Ministro e tutti i magistrati onorari attendevano una risposta politica dall’Associazione Nazionale Magistrati, risposta che è completamente mancata.
Sotto tale profilo, nulla osta affinché, in collaborazione con i rappresentanti delle associazioni dei magistrati onorari e di pace, che appartengono a pieno titolo alla magistratura ordinaria e sono iscritti all’ANM, si riveda integralmente il parere politico richiesto dal Ministro Orlando, valorizzando proprio i contenuti di un precedente normativo, la legge 217/74 appunto, che ha già superato il vaglio positivo della Corte Costituzionale ed è rimasto incomprensibilmente ignorato
Ferma resta la nostra indisponibilità a subire ipotesi di rottamazioni attraverso la c.d. "degiurisdizionalizzazione" nell’ufficio del processo, con retrocessione a funzioni ausiliarie.
I direttivi Angdp, Cgdp, Federmot, Mou, Unagipa, Unimo