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di Roberto Malini
Un rifugiato trentunenne originario del Mali, in Italia con protezione internazionale, si è ucciso a Milano impiccandosi in zona Stazione centrale. Le istituzioni manifestano il solito cordoglio ipocrita, le stesse istituzioni che rendono così difficile la vita dei migranti e dei profughi da far desiderare loro, a volte, di farla finita. In questo clima di intolleranza e indifferenza che ormai è transpartitica, non bastano più il voto né le azioni civili per restituire valore alla dignità e alla vita degli oppressi. Bisogna rieducare la società, a partire dai giovanissimi, perché l’attuale crudeltà xenofoba lasci il passo a un tempo nuovo di rispetto dei diritti umani.