Impressiona il rapporto annuale dell’ISTAT che mostra un quadro del nostro paese allarmante. Lo dichiara in una nota il Segretario Generale della UIL FPL Michelangelo Librandi.
I giovani in continua diminuzione hanno difficoltà ad inserirsi nel mercato del lavoro. Certamente anche il blocco del turn over nella Pubblica Amministrazione, che prosegue ormai da anni, ha contribuito ad aumentare la disoccupazione giovanile. Senza un ricambio generazionale i dipendenti pubblici sono calati nel 2015 del 6,9% rispetto a quelli in servizio nel 2007, in valore assoluto la riduzione è di 237.220 dipendenti, si è innalzata l’età media ben sopra i 50 anni dei lavoratori; tutto questo ha causato come ovvia conseguenza una progressiva riduzione della quantità e qualità dei servizi offerti ai cittadini.
Un altro dato allarmante è certamente l’aumento delle persone che rinunciano alle prestazione sanitarie, passate, per esempio, nel caso delle visite specialiste dal 4 al 6,5% in pochi anni. Una situazione al limite che stiamo denunciando da anni ricordando – continua Librandi – che il Ssn è stato sottoposto negli ultimi anni a notevoli restrizioni finanziarie, di personale (40.000 in meno del personale SSN negli ultimi 6 anni) e strutturali, soprattutto nelle regioni sottoposte a Piano di Rientro, che stanno producendo effetti preoccupanti sulla capacità di erogare i servizi e sul funzionamento stesso contribuendo ad alimentare le gravi disomogeneità presenti tra le varie Regioni e di conseguenza l’equità del sistema.
Pensiamo sia davvero arrivato il momento – prosegue Librandi – di investire nella pubblica amministrazione. Un primo passo è stato fatto con la stabilizzazione dei precari con un piano straordinario per le assunzioni che coprirà il triennio che va dal 2018 al 2020 (parliamo di una possibile platea di circa 50.000 nuovi ingressi stabili) frutto dell’accordo del 30 Novembre 2016 tra Uil, Cgil, Cisl ed il Governo che sarà recepito nel prossimo Testo Unico del Pubblico Impiego nei prossimi giorni.
Adesso – conclude Librandi- si deve chiudere la partita del rinnovo dei contratti ricordando che oltre 3 milioni di lavoratori hanno subito una progressiva e costante perdita del potere di acquisto negli ultimi 8 anni.