La ripresa continua a ritmi moderati ma cresce la povertà

Il Pil italiano è cresciuto in volume dello 0,9% nel 2016, consolidando il processo di ripresa iniziato l’anno precedente. Lo rileva l’Istat nel rapporto annuale. La domanda interna, aggiunge l’Istituto di statistica, ha sostenuto la crescita con un apporto positivo (+1,4 punti percentuali) controbilanciando il contributo negativo delle scorte e della domanda estera netta (rispettivamente -0,5 e -0,1 punti percentuali). I consumi finali nazionali hanno proseguito l’espansione (+1,2% da +1% del 2015) sostenuti dall’incremento del reddito disponibile in termini reali che ha beneficiato della crescita dei redditi nominali e della stabilità dei prezzi al consumo. Gli indicatori qualitativi segnalano la prosecuzione di un recupero della crescita dell’economia italiana a ritmi moderati. Allo stesso tempo risale nel l’indicatore di grave deprivazione materiale (11,9% da 11,5% del 2015). Il disagio economico si conferma elevato per le famiglie in cui la persona di riferimento è in cerca di lavoro, in altra condizione non professionale (a esclusione dei ritirati dal lavoro), con occupazione part time. Particolarmente critica la condizione dei genitori soli, soprattutto se hanno figli minori, e quella dei residenti nel Mezzogiorno. Quanto agli investimenti, prosegue il recupero avviato lo scorso anno (+2,9% contro +1,8% del 2015). La dinamica positiva è stata trainata dagli investimenti in mezzi di trasporto (+27,3%) e in misura inferiore dalle macchine e attrezzature (+3,9%). Gli investimenti in costruzioni tornano a crescere (+1,1%) dopo otto anni di contrazione. Sul fronte degli scambi commerciali l”avanzo della bilancia commerciale italiana si è ulteriormente ampliato a 51,6 miliardi. Le esportazioni in valore verso l’Ue crescono del 3% mentre quelle verso i mercati extra-europei segnano-1,2%. La quota delle esportazioni di merci italiane su quelle mondiali è lievemente aumentata nel 2016.La produzione industriale ha registrato +1,6% su anno al netto degli effetti di calendario, con un rafforzamento più marcato nel secondo semestre. La dinamica positiva è stata sostenuta dalla crescita dei beni strumentali (+3,7%) e dei beni intermedi (+2,3%), a fronte di un andamento stagnante dei beni di consumo e di una lieve diminuzione nel comparto dell’energia (-0,3%). Nel 2016 la crescita del valore aggiunto nel comparto dei servizi ha segnato un modesto recupero dello0,6% (+0,3% nel 2015).Sul fronte della crescita la modesta performance italiana nel corso degli anni Duemila da ricercare in una prolungata stagnazione della produttività: nel periodo 2000-2014 la produttività totale dei fattori è diminuita del 6,2%, il Pil pro capite del 7,1%. La produttività del lavoro ha continuato a diminuire nel 2016 (-1,1% sull’anno precedente), a fronte di un aumento del costo medio del lavoro per unità di prodotto (+1,1%). La flessione è stata relativamente contenuta nell’industria (-0,9%) e più forte nei servizi (-1,5% nel commercio, alberghi, trasporti, comunicazione e informatica, -3,3% nei servizi finanziari, immobiliari, noleggio e servizi alle imprese).