Dal 1 luglio Equitalia non sarà più operativa, sostituita da un’apposita sezione dell’Agenzia delle Entrate (“Agenzia delle entrate-riscossione”) che subentra in tutto e per tutto nelle sue funzioni, utilizzando gli stessi strumenti e normative e con alcuni poteri potenziati. Alcuni Comuni hanno già provveduto a farsi delle “piccole Equitalia”, ma tanti altri continueranno ad usufruire dei servizi di questo nuovo organismo: riscossione tasse nazionali ed entrate tributarie e patrimoniali di Comuni, Province e società partecipate.
Per noi contribuenti direttamente non cambia nulla, ma cambia un po’ per lo Stato che, con questi nuovi poteri potra’ risparmiare in tempo e denaro, un risparmio che quindi ha un riflesso sui conti pubblici e su tutti noi. Questo cambiamento ha avuto un riflesso negativo su alcuni media che, spinti da gruppi politici che talvolta -a nostro avviso- estremizzano anche ciò che sarebbe opportuno non fosse fatto (per tutti, contribuenti inclusi), hanno creato un po’ di preoccupazione e allarmismo. L’allarmismo e’ di questo tipo: Equitalia potra’ mettere il naso nei nostri conti correnti….. intrusione, però, che è tale da 12 anni (qualcuno fa il fesso o non lo sapeva?) e che, 12 anni fa come oggi e come domani, chi ritiene di dover contestare può sempre farlo rivolgendosi ai giudici. Fino al 1 luglio prossimo l’agente riscossore si rivolgeva genericamente alla banca, senza poter subito sapere se nei conti del debitore c’era o meno disponibilità, e partiva un tira e molla costoso in tempo e denaro (che comunque alla fine veniva fatto pagare al debitore). Dal 1 luglio, essendo Equitalia a tutti gli effetti una branca dell’Agenzia delle Entrate, può pretendere dalla banca di comunicare la situazione dei conti del presunto debitore. E quest’ultimo, ovviamente, prima che possa avvenire il pagamento puo’ utilizzare tutti gli strumenti di opposizione e contestazione previste dalla legge. E questa un’aggressione, o non piuttosto un semplificazione delle procedure? Noi optiamo per la seconda ipotesi. Anche perche’ non partiamo -come alcuni, tra coloro che fanno allarmismo- dal presupposto che se si devono dei soldi alla pubblica amministrazione, questo sia di per sè un fatto negativo e lo Stato sia ladro e il presunto debitore vessato e violentato. Non potremmo pensare altrimenti se continuiamo a mettere al primo posto di qualunque nostra azione certezza dei diritti e delle pene. Siamo per questo complici dello Stato vampiro? Noi continuiamo ad essere in prima fila a difendere il contribuente vessato e impropriamente debitore, magari foss’anche solo per la burocrazia dello Stato. Infatti, quando un utente si rivolge a noi per chiedere un consiglio, e’ nostra cura, dopo un’analisi della situazione, prospettare modi, costi e tempi di intervento, sottolineando la nostra disponibilita’ a supportarlo solo se intravediamo esiti positivi del ricorso, perche’ riteniamo che lo Stato sia inadempiente, vessatorio e/o esoso. Le urla al complotto, alla vessatorieta’ che e’ sempre tale perche’ proviene da parte di un’autorita’ pubblica, le lasciamo a chi -a nostro avviso- inganna i cittadini, caricandoli di aspettative irrealizzabili che -forse- potranno servire a questi ingannatori per temporaneamente alimentare le loro fortune. Situazione -per noi- drammatica e tragica, che è ben altro che stare dalla parte del cittadino onesto… che non vuol dire passivo, anzi!!
Vincenzo Donvito, presidente Aduc