La lenta dissoluzione di Alitalia conosce un altro episodio, significativo per l’andazzo della nostra economia e le “soluzioni” che l’Esecutivo trova alle varie magagne. Ora Ryanair se e’ fatta avanti e, in pratica, ha detto che potrebbe anche starci a prendere il tutto, senza farsi fregare come Etihad che a suo tempo ha sganciato una marea di soldi per essere solo il 49% ed ora e’ con un pugno di mosche (decisionali ed economiche) costosissime in mano. Ryanair ha capito come funziona nel nostro Paese e si e’ detta pronta se “verra’ ristrutturata con significativi cambiamenti: senza un forte discontinuita’ non e’ interessata”.
“Piatto ricco mi ci ficco”, si potrebbe parafrasare questa disponibilita’. Ryanair ha capito l’andazzo dopo la vicenda delle cosiddette Banche Venete: uno piu’ o meno affidabile viene scelto per il regalo facendogli pagare 1 euro simbolico (Banca Intesa San Paolo), e lo Stato garantisce la copertura di tutti i debiti e le ruberie che sono state fatte in passato.
Che l’Alitalia sia decotta non e’ una novita’, cosi’ come non e’ una novita’ che il nostro Governo non sia in grado di affrontare la questione con il polso necessario alla presa d’atto di una situazione e il rilancio economico con prospettive. Sono anni che questa agonia va indietro e indietro (indimenticabile quella presa per i fondelli dei “capitani coraggiosi”, che l’unica cosa che sono stati in grado di fare e’ riscuotere stipendi e liquidazioni per se stessi) e invece di far fallire il tutto cercando di creare meno danno possibile ai dipendenti e all’indotto, si e’ continuato a versare miliardi e miliardi dello Stato con risultati sempre peggiori. Ora, dopo i rifiuti in passato, in nome della italianita’ dell’azienda (grazie Silvio Berlusconi), di proposte di aziende che oggi sono tra i colossi dei cieli (Air France – Klm), la fregatura data agli Emirati Arabi Uniti di Etihad (non ce ne vogliano gli sceicchi, ma sembra un episodio di un film di appendice di Toto’ che e’ riuscito a vendere a loro allocchi il Colosseo e la Madonnina di Milano insieme), piu’ di qualcuno ha capito l’andazzo e, visto che lo Stato italiano continua ad essere disposto a pagare sperando di levarsi di torno definitivamente la questione, ecco che Ryanair pone le sue condizioni. Legittime, per carita’, nel mondo di squali dell’economia transnazionale dove l’unica “regola” e’ quella del piu’ forte e del piu’ furbo, ma in linea su come funziona il mondo del settore e non solo.
Quello che noi chiediamo da tempo, e’ di chiudere il tutto. Basta, Alitalia ha fallito la missione, ammesso che ce ne fosse ancora un qualche sprazzo. Si venda il tutto, ovviamente a pezzetti, che’ ognuno dia un po’ di soldi per fare meno male a cio’ che resta. Perche’ -e’ bene ricordarlo- i soldi che dovrebbero servire a rendere Alitalia appetibile a Ryanair, sono quelli di noi contribuenti, per un’azienda i cui profitti finiranno nella tasche irlandesi della regine delle low-cost.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc