Nel 2016 sono stati 25.889 i reati ambientali accertati su tutto il territorio nazionale: 71 al giorno, circa tre ogni ora. Il tutto per un business che vale 13 miliardi. Resta la morsa dell’ecomafia nel Mezzogiorno. La Campania in testa alla classifica regionale degli illeciti. Il Lazio è sempre la prima regione del centro Italia, la Liguria è la prima del nord. Questa la fotografia scattata dal rapporto ‘Ecomafia 2017’ di Legambiente (edito da edizioni Ambiente, con il sostegno di Cobat e Novamont), presentato a Roma alla Camera, in cui sono raccontate storie e numeri della criminalità ambientale in Italia. Nel 2016 – spiega il report – il fatturato delle ecomafie scende a 13 miliardi registrando un -32% rispetto allo scorso anno, "dovuto soprattutto alla riduzione della spesa pubblica per opere infrastrutturali nelle quattro regioni a tradizionale insediamento mafioso e al lento ridimensionamento del mercato illegale".
Secondo Legambiente funziona la legge sugli ecoreati, i cui primi effetti sono già avvertibili: a soli due anni dall’entrata in vigore delle norme crescono gli arresti del 20% (225), le denunce (28.818), i sequestri (7.277) e diminuiscono del 7% gli illeciti (passati da 27.745 del 2015 a 25.889 nel 2016).
In tutta Italia "dilaga la corruzione, altra faccia delle ecomafie, con la Lombardia e il Lazio tra le regioni più colpite. Calano i reati contro gli animali. Aumentano quelli del ciclo illegale dei rifiuti e gli incendi che hanno mandato in fumo più di 27.000 ettari. Sul fronte abusivismo sono 17mila le nuove costruzioni fuorilegge".
Secondo il rapporto di Legambiente, inoltre, diminuisce "in percentuale il peso delle quattro regioni a tradizionale insediamento mafioso (dal 48% del 2015 al 44% del 2016) anche se si confermano ai primi posti nella classifica per numero di illeciti ambientali: in vetta la Campania (3.728 illeciti), poi Sicilia (3.084), Puglia (2.339) e Calabria (2.303). La Liguria resta la prima regione del Nord, il Lazio quella del Centro. Su scala provinciale, Napoli è in testa con 1.361 infrazioni, seguita da Salerno (963), Roma (820), Cosenza (816) e Palermo (811).