Il bonus Poletti sulle perequazioni pensionistiche è legittimo. Lo ha deciso la Corte Costituzionale che ha respinto le censure di incostituzionalità sollevate, ritenendo che la norma “realizzi un bilanciamento non irragionevole tra i diritti dei pensionati e le esigenze della finanza pubblica”.
“La Corte costituzionale – si legge nel comunicato diffuso al termine dalla camera di consiglio, che si è aperta stamani alle 9.30 – ha respinto le censure di incostituzionalità del decreto-legge n. 65 del 2015 in tema di perequazione delle pensioni, che ha inteso “dare attuazione ai principi enunciati nella sentenza della Corte costituzionale n. 70 del 2015”.
“La Corte ha ritenuto che – diversamente dalle disposizioni del “Salva Italia” annullate nel 2015 con tale sentenza – la nuova e temporanea disciplina prevista dal decreto-legge n. 65 del 2015 realizzi un bilanciamento non irragionevole tra i diritti dei pensionati e le esigenze della finanza pubblica”.
Il giuduzio arriva ad un anno e mezzo da quella sul blocco, per il 2012-2013, della perequazione delle pensioni di importo mensile tre volte superiore al minimo Inps, ossia circa 1.450 euro lordi, la cosiddetta norma Fornero che la Corte, con una sentenza a firma della giudice Silvana Sciarra, la giudicò incostituzionale.
Il decreto sul bonus Poletti ha previsto una restituzione della rivalutazione, ma non totale per tutti. Il 100% è solo per le pensioni fino a 3 volte il minimo Inps. Poi scatta il 40% per gli assegni tra 3 e 4 volte il minimo, il 20% per quelli tra 4 e 5 volte e il 10% per quelli tra il 5 e 6 volte. Chi percepisce oltre 6 volte il minimo è tagliato fuori.
Le questioni che erano state poste al giudizio della Corte Costituzionale riguardavano appunto l’esclusione dalla rivalutazione per chi ha assegni 6 volte il minimo e la rivalutazione non integrale per gli altri trattamenti pensionistici.
Giudice relatore della causa sempre Silvana Sciarra.