La recente pubblicazione dei dati relativi ai 35 principali indicatori di attività in ambito sanitario (la cosiddetta Griglia LEA) per l’anno 2015, pone ancora una volta la Sicilia tra le regioni in coda al gruppo (punteggio 153, ben al di sotto del limite minimo) ed evidenzia l’incapacità del Servizio Sanitario Regionale a dare risposte efficaci soprattutto nel campo della gestione delle cronicità, nel rapporto ospedale territorio, nel numero di hospice e servizi psichiatrici, nelle coperture vaccinali ed anche nel numero dei T.C.
Resta oltre la media nazionale il tasso di mortalità perinatale (indicatore di efficienza globale del sistema sanità di un’organizzazione).
Non accenna a diminuire la spesa per le cure fuori Sicilia di cittadini che sono ormai stanchi di liste di attesa che non diminuiscono o di percorsi assistenziali incompleti e farraginosi.
Dopo 5 anni di Decreti e Circolari, con la rete ospedaliera ancora in via di definizione, con piani di rientro e di efficientamento (al quanto interlocutori), la realtà della sanità siciliana è carica di molte più ombre che luci, nonostante gli sforzi del Ministro della Salute che, nel tour elettorale in Sicilia, ha disegnato una prossima “alba radiosa” senza spiegarci però che “ ‘a nuttata ha ancora da passà…”.
“Tutti e cinque gli aspiranti alla presidenza della Regione Siciliana – spiega Pietro Pata, segr. reg.le Anaao Assomed – hanno focalizzato i loro interventi sulla “impresentabilità” dei candidati – un problema serio, per carità – ma a nostro avviso poco hanno scritto circa il loro programma in un ambito che riguarda tutti i cittadini siciliani e i migliaia di operatori che vivono e soffrono in questo sistema che arranca”.
A meno di una settimana dalle votazioni, l’ANAAO-ASSOMED ritiene utile chiedere ai candidati soprattutto questo: Quale sarà l’attività che la Giunta di Governo, da loro nominata, metterà in campo nei primi 180 giorni per:
Portare all’efficienza il sistema-territorio in termini di maggiore integrazione con la rete ospedaliera, aumento delle tutele dei soggetti “fragili”, incrementare l’offerta riabilitativa negli ambiti specialistici più carenti?
Determinare una riduzione dei cittadini siciliani verso quelle regioni (Veneto, Lombardia, Emilia, Toscana) per le quali emigrano per cercare una risposta sanitaria di maggiore efficienza, determinando così un pesante deficit che si riverbera in minori quote del Fondo Sanitario nazionale per la Sicilia?
Determinare una minore migrazione di giovani neo-laureati o specialisti verso servizi sanitari regionali più evoluti in ambito nazionale o addirittura verso altre nazioni?
Creare condizioni di lavoro più sicure in tutti i sensi (certezza delle assunzioni, sicurezza sul luogo di lavoro, aumento delle possibilità di migliore la formazione professionale) per tutti gli operatori della sanità siciliana?
Migliorare l’etica della nomina dei vertici delle aziende del servizio sanitario regionale, vista l’impresentabilità di molti di essi, nominati nel recente passato?
Cinque quesiti chiari e puntuali ai quali, auspichiamo, i candidati governatori vogliano rispondere nell’interesse di tutti i cittadini siciliani.