Parte in salita il percorso dei docenti di ruolo che vogliono partecipare ai prossimi concorsi, il primo dei quali potrebbe vedere la luce già prima della fine del 2017, quindi in anticipo rispetto alle date inizialmente fissate. L’esclusione preoccupa non poco: perché non è marginale il numero di docenti già a tempo indeterminato interessati al conseguimento dell’abilitazione per altra classe di concorso, quindi a partecipare alla procedura riservata “in modo da assicurare lo scorrimento della graduatoria regionale di merito che si verrà a costituire, già dall’a.s. 2018/19, con l’accesso al III anno di FIT”, spiega Orizzonte Scuola.
Eppure, il comma 3 dell’articolo 4 del decreto legislativo n. 59/2017, che regola il nuovo reclutamento post Buona Scuola, dice esattamente il contrario: “Nell’ambito della collaborazione di cui all’articolo 2, comma 3, e in coordinamento con il Piano nazionale di formazione di cui al comma 5 del medesimo articolo, sono organizzate specifiche attivita’ formative riservate a docenti di ruolo in servizio che consentano di integrare la loro preparazione al fine di poter svolgere insegnamenti anche in classi disciplinari affini o di modificare la propria classe disciplinare di titolarita’ o la tipologia di posto incluso il passaggio da posto comune a posto di sostegno e viceversa, sulla base delle norme e nei limiti previsti per la mobilita’ professionale dal relativo contratto collettivo nazionale integrativo”.
L’esclusione sta creando dissensi tra i tanti “docenti di ruolo che già da parecchi anni si trovano nell’impossibilità di poter conseguire un’altra abilitazione che consenta la crescita professionale”, accedendo ad un altro insegnamento a loro più confacente. Il Miur, dal conto suo, ha fatto sapere, ma solo a parole, che “nei due bandi di concorso che verranno banditi nel 2018 per dare attuazione alla fase transitoria prevista dal Decreto Legislativo n. 59 del 13 aprile 2017 (concorso per abilitati, concorso per laureati con 3 anni di servizio ma senza abilitazione) si daranno risposte anche ai docenti di ruolo in attesa di conseguire un’ulteriore abilitazione o possono vantare servizio ricompreso in ‘ambiti disciplinari’”.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal, si dice perplesso per la linea assunta dall’amministrazione scolastica sulla possibilità di far partecipare il personale già di ruolo ai rinnovati concorsi utili ad essere selezionati e assunti. “Le rassicurazioni del Miur sull’apertura del concorso al personale di ruolo – dice il sindacalista autonomo – ci sembrano davvero deboli: perché, visto che queste erano le intenzioni, non è stato normato direttamente? Intanto, non si contano più le sentenze emesse da più tribunali sull’estromissione illegittima del personale già di ruolo da un concorso pubblico, anche all’interno della stessa amministrazione: i giudici sembrano infatti sempre più inclini a bacchettare l’azione discriminante. Ed è per questo motivo che stiamo predisponendo un ricorso, appena il bando dovesse ufficializzare l’estromissione degli insegnanti già di ruolo”.
Ma a rimanere a “bocca asciutta” non sarebbero solo loro: ad oggi, non vi sarebbe possibilità di concorrere anche per gli insegnanti della scuola d’infanzia e primaria, ad iniziare da coloro che hanno svolto in modo positivo i corsi di laurea magistrale in Scienze di Formazione Primaria. Non da meno sono tutti quei maestri e docenti che, in possesso dei titoli necessari, hanno conseguito il diploma di laurea attraverso altre modalità e che vorrebbero approdare alla scuola secondaria. Tra gli estromessi ai concorsi ci sono anche gli Insegnanti Tecnico Pratici, seppure si tratti di docenti a tutti gli effetti, già in possesso del diploma abilitante e, anche loro in buon numero, della laurea che a seconda del tipo permette di accedere ai concorsi pubblici per la scuola secondaria superiore di primo e secondo grado.