
Dedicano alla memoria del loro collega Claudio Zander lo sciopero di cinque giorni iniziato oggi 21 novembre 2017. Come Pubblico Ministero a Roma, poi come giudice presso il Tribunale di Velletri, Claudio Zander è stato uno dei tanti precari della magistratura che ha difeso per anni i diritti dei propri concittadini onesti, senza che vi fosse il riconoscimento dei propri.
La scorsa settimana, nell’anno del suo cinquantunesimo compleanno, è stato sconfitto da una malattia contro la quale aveva combattuto a lungo con il coraggio e la riservatezza manifestati anche nella vita professionale.
Come altri magistrati onorari, prima di lui, non ha ricevuto durante alcuna tutela assistenziale dal Ministero della Giustizia, che non gli ha mai versato i contributi previdenziali o riconosciuto congedi retribuiti per i periodi di malattia.
Una storia comune a tanti altri giudici e pubblici ministeri onorari, costretti a scegliere tra le cure e il lavoro e a confidare solo sui proventi di altre fonti economiche e sull’assistenza morale della famiglia.
Claudio è stato un avvocato e un magistrato esemplare per capacità professionale e spessore umano, doti che lo hanno condotto ad affrontare anche la sua ultima sfida con eroica compostezza, la stessa che ha connotato la sua attività di operatore del diritto sempre attento alla qualità lavorativa e al profilo etico della funzione giudiziaria.
Questo nuovo sciopero di cinque giorni, l’ultimo del diciassettesimo anno di proroga dei loro incarichi, è stato proclamato dai magistrati onorari proprio a tutela di quei diritti concessi a tutti gli altri precari – cittadini o stranieri – che prestano lavoro in Italia: retribuzione dignitosa e proporzionale alla qualità e quantità di lavoro svolto, previdenza, assistenza in caso di gravidanza, allattamento, malattia o infortunio.
La Costituzione è una cosa seria finché si applica a tutti: se i magistrati onorari, diversamente dai loro connazionali e dagli immigrati, inclusi quelli irregolari, possono essere impunemente depredati dei più elementari diritti economici e sociali, tanto vale abdicare alla funzione giudiziaria e ammettere che, nel nostro Paese, questo Governo non intende tutelare chi la esercita nel 50% delle cause civili e penali.
Raimondo Orrù
Presidente Federmot