Dal 1 Dicembre 2017 sarà richiedibile il cosiddetto REI – reddito di inclusione-, una misura introdotta dallo Stato italiano per contrastare la povertà in continuità con la carta SIA (sostegno per l’inclusione attiva) e con l’ASDI (assegno di disoccupazione), che il REI va a sostituire. L’erogazione vera e propria e il sistema a regime scatteranno il 1 Gennaio 2018, secondo quando previsto dal decreto attuativo.
Il REI è un beneficio che vede combinati un’erogazione economica mensile variabile da 187 a 485 euro -attraverso la carta REI che funziona come una carta acquisti- e progetti personalizzati studiati a misura dei nuclei familiari allo scopo di farli uscire dalle situazioni di povertà ed esclusione sociale.
I soggetti potenzialmente beneficiari, che devono possedere precisi requisiti di "povertà", possono presentare richiesta del REI al proprio Comune attraverso "punti di accesso" che lo stesso Comune deve definire, compilando una domanda predisposta dall’INPS e certificando la propria situazione economica e patrimoniale.
I soggetti attuatori del REI sono, oltre ai Comuni, -che devono anche organizzare campagne informative-, l’INPS -che si occupa di alcuni controlli e dell’erogazione- e le Regioni -che adottano programmi di attuazione denominati “Piani regionali per la lotta alla povertà”-. Su tutti vigila il Ministero del Lavoro che opera anche attraverso il “Comitato per la lotta alla poverta’” e l’ “Osservatorio sulle poverta’”.
Le risorse utilizzate sono quelle del “Fondo per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale” istituito con la Legge di Stabilità del 2016, integrato anche da parte dei fondi della carta acquisti e da quelli dell’assegno di disoccupazione, nella misura di 1.759 milioni di euro nel 2018 e 1.845 milioni di euro annui a decorrere dal 2019 ripartiti tra le Regioni dal Ministero. Al 2017, per rendere tempestiva la sperimentazione del REI, sono destinati 212 milioni di euro relativi in generale ai servizi sociali di contrasto alla povertà. Parte dei fondi sono destinati unicamente ai casi più estremi di povertà dei senza dimora.
A livello nazionale potrebbe essere decisa in futuro un’estensione del beneficio ad una più ampia platea di persone con graduale aumento anche dei fondi, secondo quanto stabilito dal Piano nazionale di lotta alla povertà che ha valenza triennale.
La prossima legge di Bilancio (Legge di Stabilità 2018) dovrebbe apportare modifiche estensive che potrebbero partire già da Gennaio come in seguito. Ci risultano per esempio un aumento del contributo economico e l’abolizione da Luglio 2018 dei requisiti familiari.
Rita Sabelli, responsabile Aduc aggiornamento normativo