Consumi e spese di Natale tra crescita e nuove incertezze

L’Ufficio Studi Confcommercio ha presentato un’analisi sull’andamento dei consumi, l’ammontare delle tredicesime e la propensione alla spesa e ai regali per il Natale. Secondo il direttore dell’Uffcio Studi Confcommercio, Mariano Bella, "rispetto all’anno scorso, il quadro economico è molto migliorato, però qualche elemento problematico permane, anzi, a nostro avviso nei mesi finali del 2017 la ripresa ha perso un po’ di slancio e il reddito disponibile delle famiglie è piuttosto stagnante dalla seconda metà dello scorso anno". "La produzione industriale – ha osservato Bella – ha mostrato di recente qualche oscillazione, sebbene lungo un sentiero di crescita; il fatturato dei servizi, una variabile un po’ trascurata nel dibattito anche mediatico, negli ultimi 9 mesi è in rallentamento, lo stesso si può dire per la fiducia delle imprese, che però è sui massimi storici mentre preoccupa di più l’occupazione, sostanzialmente ferma negli ultimi 3 mesi. Ma il vero punto interrogativo è perché la fiducia delle famiglie cresca così tanto in mancanza di una crescita del reddito; io ho qualche paura sul punto e per me la riduzione di novembre è una conferma che il quadro è meno sicuro di quanto alcuni si sforzano di immaginare e di raccontare". "Infine, a nostro avviso, il fatto che i prezzi scendono per il terzo mese consecutivo tradisce una poco rassicurante debolezza dei consumi, che hanno beneficiato della ripresa meno degli investimenti, questi ultimi evidentemente supportati dagli incentivi agli ammortamenti". "Per quanto riguarda il reddito disponibile nel 2018, cioè praticamente oggi, siamo ancora indietro rispetto ai massimi del 2007 di oltre 2010 euro a testa, e questo dice già qualcosa sul perché molti concittadini faticano a sentirsi soddisfatti; non sono dei traditori o dei disfattisti: patiscono questa perdita, la sentono tutta; però rispetto al minimo del 2014 abbiamo recuperato circa 700 euro a testa, con una crescita cumulata in 4 anni del 4% reale". "Valutazioni analoghe – ha detto Bella – valgono per i consumi: siamo ancora sotto di circa 1000 euro rispetto al massimo del 2007 ma abbiamo recuperato altri 1000 euro rispetto ai minimi del 2014, con una crescita del 6,3% nel quadriennio 2015-2018". "Il conto delle tredicesime, che facciamo da diversi anni, va affrontato con cautela. Al netto delle imposte sul reddito le tredicesime superano i 41 miliardi di euro. Si riducono un altro poco le imposte di dicembre (dopo la riduzione dello scorso anno sulla TASI). Quindi la 13esima disponibile crescerebbe di quasi 1,1 miliardi, da 34,4 a 35,5 miliardi di euro. Se aggiungiamo alla tredicesima destinata così ai consumi da lavoratori dipendenti e pensionati le risorse che stimiamo i lavoratori autonomi destineranno alle spese di dicembre e al Natale si ottiene un valore superiore a quello dello scorso anno, pari a 33,7 miliardi di euro, in crescita del 3,9% nominale rispetto al 2016. Depurando dall’inflazione, pure modesta, e dividendo per il numero di famiglie si ottiene la spesa mensile per questi consumi che oggi dovrebbe avvicinarsi ai 1.500 euro, superando i precedenti massimi e facendo segnare in termini di risorse reali un ritorno ai livelli pre-crisi". "Il che – ha sottolineato il direttore dell’Uffcio Studi – potrebbe essere una buona indicazione per il prossimo Natale, sempre che fiducia e reddito disponibile non giochino brutti scherzi e sempre che gli acquisti della settimana del Black Friday non siano stati sostitutivi di quelli del Natale". Per quel che riguarda i regali, secondo Bella non c’è una spinta particolarmente forte al regalo: "sostanzialmente siamo ai livelli di propensione e di percezione dello scorso anno". La spesa pro capite per i regali resta costante più o meno anche quest’anno, ancorata ai livelli, abbastanza depressi, del 2013. "Gli italiani penseranno a mettere ordine nei propri bilanci e nelle proprie case o magari a fare qualche viaggio in più piuttosto che a fare regali, che comunque restano una voce importante a dicembre". "A conferma di qualche incertezza presente tra le famiglie c’è la prosecuzione del trend discendente sulla gradevolezza del rito dei regali, un fatto piuttosto importante per il commercio: se si riduce la voglia e la piacevolezza del fare i regali sarà difficile rimettere in sesto molti bilanci aziendali, per i quali il mese di dicembre continua a rappresentare il momento dirimente tra proseguire l’attività o chiudere. Qui credo ci sia bisogno di nuove e più importanti iniziative di marketing per rilanciare il Natale come festa consumistica. Può piacere o meno ma questi dati indicano una certa disaffezione che va recuperata". Per quel che riguarda la percezione della crisi, non si riduce neppure la percentuale di coloro che non ritengono del tutto finita la crisi: ennesima conferma di un malessere che ha mole manifestazioni e che certamente non contribuisce a irrobustire la crescita".