SCUOLA – Diplomati magistrale fuori dalle GaE, Anief denuncia l’Italia al Consiglio d’Europa

Dopo aver preso atto della mancanza di volontà a trovare una soluzione politica immediata nel territorio italiano, l’Anief si è rivolta oltre confine, notificando un reclamo collettivo, tramite il suo presidente nazionale Marcello Pacifico, finalizzato a ribaltare la decisione presa poco più di un mese fa dall’adunanza plenaria del Consiglio di Stato, che sbarra la strada verso la stabilizzazione e le supplenze lunghe per le 20 mila maestre e maestri tutelati dalla stessa organizzazione sindacale. Dopo essere stati traditi dalla violazione del giudicato operata dell’organo di consulenza giuridico-amministrativa e di tutela della giustizia nella pubblica amministrazione, nonché dalla violazione da parte del Governo italiano della normativa comunitaria sui contratti a termine e della carta sociale europea, i nostri maestri con diploma magistrale abilitante all’insegnamento conseguito prima del 2002, possono così tornare a sperare in un futuro professionale positivo con cognizione di causa.

Al Consiglio d’Europa è stata fatta osservare, attraverso il reclamo, la presenza di una serie di violazioni della Carta Sociale Europea, “commesse in combinato disposto con la violazione dell’articolo E della Carta Sociale Europea e dell’impegno dello Stato italiano di non discriminazione dei docenti diplomati magistrale, abilitati all’insegnamento nelle scuole primarie e dell’infanzia, ad essere immessi in ruolo a tempo indeterminato presso la pubblica amministrazione scolastica attraverso la selezione tramite Graduatorie ad Esaurimento cui hanno avuto accesso altri docenti in possesso di titolo di abilitazione altrettanto utile”. Con il reclamo collettivo, l’Anief pertanto chiede “l’intervento del Comitato europeo dei diritti sociali perché, nell’ambito della sua competenza, rilevi le denunciate violazioni della Carta Sociale Europea commesse dallo Stato italiano e ne raccomandi la rimozione”.

“Dopo la beffarda sentenza resa pubblica lo scorso 20 dicembre – sottolinea Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal – ora la parola passa da Roma a Strasburgo. Sia ben chiaro: non si tratta di ottenere un parere generico e senza esiti, ma di un’azione rilevante che punta a superare quanto stabilito inaspettatamente dall’organo di consulenza giuridico-amministrativa e di tutela della giustizia nella nostra pubblica amministrazione: le decisioni del Consiglio dell’Unione Europea saranno, infatti, vincolanti per lo Stato italiano”.