Storico ritorno della cucina fatta in casa per 4 famiglie su 10 che riscoprono le specialità tradizionali soprattutto durante le feste. E’ quanto emerge da una indagine Coldiretti/Ixè in occasione dell’ultimo fine settimana prima del martedì grasso del Carnevale 2018 durante il quale al mercato degli agricoltori di Campagna Amica a Roma è stata organizzata la prima sfilata d’Italia dei dolci di Carnevale con gli agrichef che hanno spiegato i segreti delle frappe perfette.
Iniziative degli agricoltori Coldiretti in tutta Italia con preparazioni e degustazioni fra specialità della tradizione contadina e antiche ricette protagoniste delle tavole da nord a sud del Belpaese: si va dalla schiacciata della Toscana alla cicerchiata dell’Abruzzo, dalle orillettas e le ciambelle con aranzadas della Sardegna, agli scroccafusi delle Marche, dalle tagliatelle fritte dell’Emilia Romagna ai galani del Veneto. Ma – spiega la Coldiretti – non mancano le castagnole nel Lazio, la pignolata bianconera della Sicilia e le frappe dell’Umbria.
Nella settimana di Carnevale – stima la Coldiretti – vengono consumati circa 12 milioni di chili di dolci tipici. E se prodotti già pronti si possono trovare un po’ ovunque, dalle pasticcerie, ai fornai ai supermercati, il 41% delle famiglie preferisce però prepararli in casa anche perchè il costo non raggiunge i 5 euro al chilo contro una spesa dai 15 ai 30 euro, con picchi anche di 65 euro, nei forni e nelle pasticcerie.
Inoltre – sottolinea la Coldiretti – cucinare in casa permette di vivere il piacere di un momento insieme con i figli esprimendo la propria creatività personale con dolci da offrire a parenti e amici, usando ingredienti semplici come farina, zucchero, burro, miele e uova che possono essere acquistati anche nei mercati degli agricoltori.
Una frappa di Carnevale – spiega Coldiretti – garantisce un’iniezione media di energia di circa 47 calorie che servono a celebrare una tradizione della campagna che un tempo segnava il passaggio tra la stagione invernale e quella primaverile e l’inizio della semina nei campi. E in passato i pranzi di Carnevale erano ricchi di portate anche perché si usava consumare tutti quei prodotti della terra che non si potevano conservare a lungo considerato l’arrivo del digiuno quaresimale che scatta il mercoledì delle ceneri.
La leggenda racconta che le prime frappe siano nate ai tempi dell’antica Roma con il nome di “frictilia” ed erano realizzate con un impasto di farina e uova che veniva steso, tagliato e fritte nello strutto bollente e mangiate durante le feste, soprattutto nel periodo invernale. Un’altra storia racconta invece che a inventarle fu un cuoco napoletano per una regina di casa Savoia al quale la nobildonna, che stava conversando con degli ospiti, disse di avere un languorino e allora lo chef si inventò questo dolce rapido da consumare fra una chiacchierata e l’altra.
I DOLCI TIPICI DI CARNEVALE PER REGIONE
ABRUZZO: cicerchiata, gnocchetti grandi come ceci, fritti, guarniti con zucchero caramellato e miele e decorati con i canditi e confettini
BASILICATA: chiacchiere al vin cotto o spolverati di zucchero a velo, torta da sanguinaccio, taralli al nastro con glassa di zucchero
CALABRIA: pignolata, piccole sfere di pasta dolce, fritte in olio di oliva e unite tra di loro dal miele e chiacchiere
CAMPANIA: struffoli, palline fritte con zucchero, miele, sanguinaccio e l’antico migliaccio che – afferma la Coldiretti – nasce da una base di semolino, latte e burro.
EMILIA ROMAGNA: sfrappole e lasagnette, tagliatelle dolci fritte bagnate con succo di arancia e cosparse di zucchero a velo
FRIULI-VENEZIA GIULIA: crostoli, frittelle e castagnole
LAZIO: frappe fritte o al forno e castagnole gustose e morbide palline di pasta fritta riempite di ricotta o crema pasticciera
LIGURIA: bugie nastri di pasta dolce fritti e spolverati di zucchero a velo
LOMBARDIA: tortelli, dolci fritti cosparsi di zucchero e cannella o farciti con crema o con uvetta
MARCHE: arancini e scroccafusi, palline di pasta con cannella e scorza di limone spolverate di zucchero e bagnate con alchermes
MOLISE: scorpelle, dolcetti ricoperti di miele e struffoli
PIEMONTE: bugie, rombi o nastri fritti
PUGLIA: chiacchiere e frittelle
SARDEGNA: brugnolus, a base di farina, uova e purea di patate, fritti e avvolti nello zucchero e orillettas, listarelle di pasta intrecciate, fritte e ricoperte di miele
SICILIA: pignolata dolce metà bianco e metà nero composto da pezzettini di pasta fritti e ricoperti da glassa al limone o cioccolata e ravioli fritti con crema o ricotta
TOSCANA: berlingozzi, ciambelle e cenci, nastri di sfoglia fritti e schiacciata dolce realizzata anticamente – ricorda la Coldiretti – con l’uso di strutto insieme a uova, latte e farina.
TRENTINO A.A: grostoi, nastri di pasta dolce fritti e spolverati di zucchero a velo
UMBRIA: frappe, brighelle e strufoli, dolci fritti e bagnati con alchermes
VALLE D’AOSTA: bugie, tortelli con uva sultanina ammorbidita nel rum e ricoperti di zucchero e panzerotti alla marmellata
VENETO: galani, strisce quadrate o rettangolari fritte, frittelle e castagnole bocconcini fritti