Gli arresti di Acireale, tra cui spicca quello del primo cittadino, accendono potenti riflettori sul maleodorante stagno della corruzione, dove certa politica sguazza da sempre incontrastata. Agli inquirenti va il nostro plauso per aver portato alla luce episodi che devono ovviamente trovare conferma in fase giudiziaria e che, se confermati, non possono che rappresentare l’ennesimo colpo alla fiducia dei cittadini nelle istituzioni”. Così il gruppo parlamentare al’Ars sull’ennesimo ciclone che investe la politica siciliana che ha portato agli arresti il sindaco Barbagallo e altre sette persone per corruzione e turbativa d’asta.
“Aspettiamo – dicono i deputati – l’esito dei processi, anche se il quadro che esce dalle risultanze dell’indagini della Procura di Catania è sconfortante e non ci coglie di sorpresa: spesso i nostri portavoce ed attivisti etnei hanno denunciato la pessima qualità dei lavori pubblici di Acireale, mentre l’amministrazione minimizzava. Solo una coincidenza?”.
Della vicenda, secondo le notizie riportate dalla stampa, avrebbe potuto beneficiare in termini di voti alle regionali il deputato regionale Nicola D’Agostino, ora candidato con il Pd alle elezioni del 4 marzo prossimo.
“Anche qui – dicono i parlamentari – la prudenza è d’obbligo, ed è doveroso attendere eventuali sviluppi. Difficilmente aprirà bocca il Pd, sempre pronto a mettere il naso in casa altrui anche per questioni che nulla hanno di penale. La pagliuzza degli altri, come al solito, dà più fastidio delle travi in casa propria. E in casa Pd si può parlare di cataste”.