Cresce il numero di studenti stranieri all’interno delle nostre aule, ma non c’è un’adeguata corrispondenza di docenti specializzati in grado di venire incontro alle loro esigenze: come riporta infatti Tuttoscuola, dai dati resi noti dal Miur sugli alunni con cittadinanza non italiana nell’anno scolastico 2016/2017 emerge che “gli studenti con cittadinanza non italiana che siedono ai banchi delle nostre scuole sono 826mila, il 9,4% della popolazione studentesca complessiva, 11mila in più rispetto all’anno scolastico precedente”.
Leggermente superiore risulta la quota dei maschi (52%) rispetto alle femmine (48%). Nell’ultimo anno la crescita è stata di 24.000 unità (+5,1%). La Lombardia è poi la regione che registra un maggior numero di studenti con cittadinanza non italiana, circa 208.000, mentre la quota più bassa si riscontra “in Campania. Dieci le nazioni più rappresentate, prima fra tutte la Romania (19,2%), seguita da Albania (13,6%), Marocco (12,4%), Cina (6%), Filippine (3,3%), India e Moldavia (rispettivamente 3,1%), Ucraina, Pakistan ed Egitto (tutte al 2,4%). Il 92,1% delle alunne e degli alunni che ha conseguito la licenza della scuola secondaria di I grado ha scelto di proseguire gli studi: l’83,2% ha scelto un liceo, un istituto tecnico o professionale, l’8,9% ha scelto un percorso di formazione professionale regionale. Sono quindi 191mila le studentesse e gli studenti con cittadinanza non italiana che frequentano le scuole secondarie di II grado, il 7,1% della popolazione studentesca totale”.
Certamente, siamo dinanzi ad un fenomeno nazionale in perenne crescita che richiederebbe un adeguamento del personale scolastico. Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal, commenta la notizia facendo notare che “nessuno ne parla, ma questi alunni non italiani sono senza insegnante specializzato. Infatti, quasi il 10% della nostra attuale popolazione studentesca è straniero, tuttavia, a due anni dal DPR 19/16 e dall’ultimo concorso a cattedre, non parte la classe di concorso per l’insegnamento di italiano ad alunni stranieri benché abbia fatto registrare centinaia di vincitori”.
“Con le ultime indicazioni ministeriali sugli organici – continua il sindacalista autonomo – l’unica novità di rilievo è avere introdotto nel Cpia un posto su ‘potenziamento’, ma è la classica goccia nel mare: gli alunni, infatti, sono 11mila in più rispetto all’anno passato e bisogna pensare a un’implementazione delle forze di docenza specializzate in questa disciplina. Assumendo dei docenti già selezionati e che non aspettano altro di essere assunti per mettersi al lavoro nelle nostre scuole pubbliche”.