Terre des Hommes condivide le forti preoccupazioni delle ONG impegnate nei soccorsi in mare dei migranti che, portando avanti la loro missione umanitaria, si confrontano con la difficoltà di gestire e portare a buon fine il salvataggio di vite umane, nel rispetto di un quadro politico complesso e poco chiaro. E’ assolutamente necessario arrivare al più presto a un Protocollo chiaro che regoli modalità e limiti di intervento della Guardia Costiera libica in acque internazionali, ispirato al principio sovrano del rispetto della vita umana, del salvataggio in mare di chi si trova in condizioni di emergenza e necessita un soccorso immediato e del divieto di respingimento verso un Paese non sicuro come la Libia.
Il passaggio da un Paese all’altro della responsabilità del coordinamento di operazioni così delicate rischia ogni volta di mettere a repentaglio la vita di centinaia di persone, tra cui donne e minori, tra i quali sono moltissimi coloro che tentano il viaggio della salvezza da soli.
“I recenti fatti denunciati da Sos Mediterranee e Medici Senza Frontiere in relazione alle difficoltà affrontate dalla nave Aquarius nel procedere ai soccorsi non possono lasciare indifferente chi, come Terre de Hommes, è impegnata da anni nell’assistenza psicologica e psicosociale dei minori stranieri non accompagnati che giungono in Italia”, dichiara Federica Giannotta, Responsabile dei Progetti Italia di Terre des Hommes. “Negli ultimi mesi li vediamo arrivare sempre più provati dal viaggio e dall’inferno delle strutture detentive libiche, la traversata del Mediterraneo sta diventando sempre più spesso un vero e proprio incubo dal quale rimangono segnati indelebilmente nell’anima”.
“La buona riuscita di un salvataggio in mare ha conseguenze dirette anche sul nostro lavoro”, spiega Giannotta, “perché al porto di Pozzallo, quando la nostra equipe presenzia al triage sanitario vediamo la differenza tra chi ha vissuto anche l’orrore di un naufragio causato dall’arrivo della guardia costiera libica che ha interrotto con la forza le operazioni SAR e uno invece portato a buon fine da una ONG nel pieno rispetto di tutte le normative che disciplinano la navigazione e il soccorso in mare, ma anche il trattamento delle persone a bordo una volta salvate. Ugualmente ci auguriamo che si chiarisca velocemente la posizione della Proactiva Open Arms e che possa tornare al più presto a operare per il salvataggio di vite umane nel Mediterraneo”.
La Fondazione Terre des Hommes opera dal 2011 per l’assistenza dei minori stranieri non accompagnati con il progetto Faro. All’inizio di febbraio riprenderà ad operare in alcuni centri di prima accoglienza di Catania e Siracusa, al porto di Pozzallo, presso l’hotspot di Pozzallo, nel centro Mediterranean Hope di Scicli e a Ventimiglia. L’anno scorso ha prestato assistenza a 6.326 persone, in maggioranza bambini e famiglie con minori.
Le attività del progetto Faro di Terre des Hommes a protezione dei minori stranieri non accompagnati in Italia sono finanziate interamente con fondi privati. Tra i maggiori donatori troviamo la Fondation d’Harcourt, Association Mondiale des Amis de l’Enfance (Amade), Terre des Hommes Lussemburgo e LDS Charities.