A Buon Diritto: Rapporto sullo stato dei diritti in Italia

È stato presentato questa mattina presso la Camera dei Deputati il Rapporto sullo stato dei diritti in Italia (www.rapportodiritti.it/), ideato e curato da A Buon Diritto – Onlus presieduta da Luigi Manconi – fin dal 2014, grazie al sostegno dell’Otto per mille Valdese. 

Giunto quest’anno al suo X anniversario, il monitoraggio riporta le principali novità normative ed evidenzia gli eventuali arretramenti riscontrati nel riconoscimento di alcuni diritti, le iniziative e le proposte da intraprendere per la loro tutela in riferimento al biennio 2023-2024. Alla presentazione, con la volontà di portare il tema all’attenzione parlamentare, sono intervenuti – insieme al Presidente di A Buon Diritto Luigi Manconi e alla moderatora della Tavola Valdese Alessandra Trotta – l’On. Nicola Fratoianni (AVS), On. Cecilia D’Elia (PD), On. Rachele Scarpa (PD), On. Riccardo Magi (+Europa), On. Gilda Sportiello (M5S). 

Giunto quest’anno alla sua decima pubblicazione, questo ultimo aggiornamento del rapporto propone anche una panoramica dell’andamento degli ultimi 10 anni in materia di diritti nel nostro paese.

«In Italia il sistema dei diritti e delle garanzie è da sempre assai arretrato. Oltre due anni di governo Meloni lo hanno ulteriormente indebolito, incrementando il deficit di protezione sociale e rendendo ancora più fragili le tutele individuali.» ha detto Luigi Manconi, presidente di A Buon Diritto Onlus. 

Rapporto Diritti è un monitoraggio di 17 diversi diritti, delle maggiori difficoltà riscontrate nel loro riconoscimento, delle principali novità normative e legislative e delle iniziative e proposte da intraprendere per la loro tutela.

Dalla libertà di espressione e d’informazione ai profughi e richiedenti asilo; dai dati sensibili al diritto all’abitare, dalla salute e libertà terapeutica all’ambiente; e poi migrazioni, autodeterminazione femminile, istruzione, lavoro, persona e disabilità, pluralismo religioso e integrazione, rom e sinti, LGBTQI+, minori, prigionieri, salute mentale: il dossier propone un monitoraggio di diciassette diversi diritti. 

Il Rapporto, composto da capitoli, grafici, storie e linee del tempo, è un racconto corale e intersezionale. È sia uno strumento scientifico e di informazione sia uno strumento politico: per questo alla fine di ogni capitolo gli autori e le autrici rivolgono una serie di raccomandazioni per il legislatore, facendo emergere cosa manca per ciascun diritto e cosa ancora può e deve essere fatto.

«La situazione è desolante e preoccupante: come evidenzia il Rapporto, c’è un aumento delle povertà, servirebbero risorse e politiche in materia di sanità pubblica, salute mentale, istruzione, casa, lavoro, ma anche in campo ambientale e in materia di cittadinanza. E invece da anni assistiamo a tagli alle misure sociali e di sostegno. A Buon Diritto, con il lavoro degli sportelli legali, ha modo di vedere quotidianamente cosa viene riservato alle persone in movimento e straniere: politiche criminogene, discriminatorie, prassi illegittime. Si tratta di questioni complesse che andrebbero affrontate con misure di welfare e politiche pubbliche e non attraverso decreti e disegni di legge e con l’introduzione di nuovi reati o inasprimenti di pene. La transizione ecologica non sta funzionando, il cambiamento climatico mostra sempre di più i propri effetti, e mentre studenti e studentesse, attivisti e attiviste reclamano soluzioni la risposta sembra essere solo la criminalizzazione di chi protesta. A tal proposito non possiamo non citare il disegno di legge cosiddetto “sicurezza” in discussione al Senato, che insieme a molti altri chiediamo venga ritirato. C’è poi un costante attacco ai diritti delle persone LGBTQIA+ e alla libertà di scelta delle donne e delle libere soggettività, le nostre carceri sono di nuovo al collasso e la situazione per le persone private della libertà è insostenibile. Serve un’inversione di rotta, ora.» –  ha detto Camilla Siliotti di A Buon Diritto Onlus, che spiega le difficoltà di chi quotidianamente lavora sul campo.

Il Rapporto 2023-2024 evidenzia come in materia di asilo e immigrazione sono numerose le modifiche legislative avanzate in senso restrittivo: dal cosiddetto “Decreto Piantedosi” che ha introdotto limitazioni e sanzioni volte a ostacolare le attività di search and rescue delle ONG che operano nel Mediterraneo, ai due decreti interministeriali di aggiornamento della cosiddetta “lista dei paesi di origine sicura”, che ha portato a limitare ulteriormente l’esercizio del diritto di asilo. La lista dei paesi sicuri ritorna anche nel Protocollo Italia Albania, che ha sollevato un forte scontro tra Governo e Magistratura. Il Mediterraneo Centrale resta una delle rotte migratorie più letali: oltre 30.000 le persone morte nel Mediterraneo centrale negli ultimi 10 anni.

In tema di libertà d’espressione, l’Italia scende dal 41° al 46° posto nella classifica sulla libertà di stampa: il nostro è il paese con il più alto numero di querele SLAPP, utilizzate per intimidire i giornalisti. Si registrano 98 i casi di intimidazioni ai giornalisti nel 2023, 20 giornalisti sotto scorta nel 2024.

Tra i numeri più significativi evidenziati dall’ultimo Rapporto Diritti anche quelli relativi alla salute mentale: il 48% della popolazione italiana si sente sola, questa è una delle percentuali più alte d’Europa. Il 52% degli italiani percepisce gli effetti negativi della guerra sulla propria salute mentale, mentre il 43% è preoccupato dagli effetti del cambiamento climatico. Le donne riferiscono uno stato di benessere mentale inferiore rispetto agli uomini: il 40% segnala di aver visto messo in dubbio le proprie capacità a causa del genere. A livello di contrasto alla violenza di genere, in Italia c’è un problema evidente e strutturale: sono 104 le vittime di violenza patriarcale nel 2023, numero che nel 2024 è aumentato a 109 (secondo i dati del Ministero dell’Interno). Una violenza agita per il 72% per cento dei casi da autori di nazionalità italiana, nella maggior parte delle volte legati alla vittima.

Nel 2023 le chiamate al numero di pubblica utilità 1522  sono state 51.713, in significativo aumento rispetto agli anni precedenti (+143% è la variazione rispetto al 2019, +59% rispetto al 2022). Occupazione femminile nel nostro Paese continua a registrare una serie di profili critici: le donne occupate sono circa 9,5 milioni laddove gli uomini occupati sono circa 13 milioni. Una donna su cinque fuoriesce dal mercato del lavoro a seguito della gravidanza. Rimane stabile il gap salariale rispetto agli uomini che è di circa 7.922 euro. La Legge di bilancio 2024 ha introdotto un esonero contributivo per le madri lavoratrici dipendenti a tempo indeterminato, con tre o più figli. Ma i bonus da soli, in quanto misure non strutturali, risultano inefficaci al fine di risolvere il problema legato al reinserimento della madre nel mondo del lavoro. Per quanto riguarda la tutela sociale della maternità e interruzioni volontarie di gravidanza, il Rapporto evidenzia come in Italia ci siano regioni come Abruzzo e Sicilia dove gli obiettori sono 9 su 10, mentre in Campania, Puglia e Basilicata 8 su 10. Il 72% degli ospedali sul territorio nazionale hanno tra l’80 e il 100% di obiettori.

In materia di minori, il Decreto Legge n. 123 del 15 settembre 2023, conosciuto inizialmente come “Decreto Caivano” ha avuto l’effetto di condurre in carcere molti minori.  Già il 30 aprile 2024, 7 su 17 istituti penitenziari minorili ospitavano minori per un numero superiore ai posti disponibili.

In generale nel 2023 si è registrato un aumento delle persone private di libertà nelle carceri italiane, nonostante una riduzione dei reati (-5,5% rispetto al 2022). L’aumento non corrisponde a un incremento del numero dei reati commessi, ma è legato principalmente all’ampliamento delle fattispecie penali e l’inasprimento delle leggi. Si registra che il 32% dei detenuti totali del nostro paese sono stranieri. Il numero di suicidi in carcere nelle carceri Italiane è e rimane elevato: circa 18 volte superiore al tasso di suicidi extramurari. Nel 2023, si è registrato un numero preoccupante di suicidi, spesso da parte di detenuti giovani. Nel 2024 si è raggiunto il numero record di 88 suicidi

Questi sono solo alcuni dei diritti affrontati nei capitoli del Rapporto che da oggi è disponibile su www.rapportodiritti.it

I ricercatori e le ricercatrici del Rapporto sullo Stato dei diritti in Italia del 2023/24 sono: Antonio Ardolino per il capitolo Rom e sinti; Angelica Gatti per il capitolo Istruzione; Federica Resta per il capitolo Prigionieri e il capitolo Dati sensibili; Benedetta Rinaldi Ferri e Chiara Pineschi per il capitolo Minori; Paola Finzi per il capitolo Salute mentale; Domenico Massano per il capitolo Persona e disabilità; Enrico Puccini per il capitolo Diritto all’abitare; Lorenzo Fanoli e Daniela Bauduin per il capitolo Lavoro; Silvia Demma per il capitolo Salute e Libertà Terapeutica; Ilaria Valenzi per il capitolo Pluralismo religioso; Francesco Damiano Portoghese per il capitolo Migrazione e integrazione; Rita Vitale per il capitolo profughi e richiedenti asilo; Gianfranco Nucera per il capitolo Ambiente; Marina de Stradis e Benedetta Caporusso per il capitolo LGBTQIA+; Marina de Stradis e Michela Pugliese per il capitolo Autodeterminazione femminile.