«Ogni volta che un lavoratore muore o si infortuna, si ammala per cause professionali, la sconfitta riguarda tutto il Paese». È il messaggio che il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, lancia dall’Assemblea Nazionale del sindacato dedicata alla sicurezza sul lavoro svolta oggi al PalaTiziano di Roma.
Nel titolo “Fermiamo la scia di sangue” il senso di una giornata che è tappa culmine delle manifestazioni svolte in tutti i luoghi di lavoro sul territorio negli ultimi due mesi proprio per denunciare l’emergenza della salute e sicurezza sul lavoro. Alla platea di oltre cinquemila delegati e rappresentanti per la sicurezza e al gruppo dirigente provenienti da tutta Italia il leader della Cisl ha ricordato le «oltre mille vittime l’anno sul lavoro. Come se ad ogni cambio di calendario scomparisse un intero paese dall’Italia».
Al PalaTiziano anche la folta rappresentanza della Cisl Messina, guidata dal segretario generale Antonino Alibrandi. Ricordate, durante la mattinata, le vittime sul lavoro, dalla tragedia di Suviana e Vincenzo Franchina sino all’incidente di Milazzo con Salvatore Pipitò.
«Gli ultimi episodi – ha ribadito il segretario generale della Cisl Messina, Antonino Alibrandi – evidenziano la necessità di fare fronte comune per affrontare il tema della sicurezza sul lavoro. Nessuna può esimersi in quella che è ormai una lotta contro le morti bianche. Bisogna impattare i lavoratori e le imprese sulla formazione, che sia reale, vera, per i lavoratori ma anche gli enti che devono controllare e vigilare sull’effettiva osservanza delle norme in materia. Il cordoglio del giorno dopo non serve, occorre una presa di coscienza che porti a lavorare sulla prevenzione. Grazie al lavoro in sinergia con la Prefettura da parte anche della Cisl con le sue categorie – ha ricordato Alibrandi – sono stati attivati diversi tavoli in merito ma riteniamo che bisogna potenziare quegli enti preposti al controllo e alla repressione di condotte contrarie alla sicurezza. Serve uno sforzo in più, una presa di coscienza che, purtroppo, quanto fatto sinora, ancora non è sufficiente».
Sbarra ha anche parlato del confronto con il Governo sulla sicurezza sul lavoro che “ha già cominciato a produrre primi risultati importanti, ma ancora insufficienti”. Dunque “bene aver disposto un rafforzamento delle verifiche, delle ispezioni nei luoghi di lavoro – ha sottolineato – va bene l’assunzione di 766 ispettori e tecnici della prevenzione. Abbiamo conquistato un risultato importante che è la parità di trattamento economico e normativo lungo la filiera e la catena degli appalti. Pensiamo sia necessario utilizzare tutte le risorse dell’avanzo Inail, pari a quasi a 3 miliardi, per sostenere la formazione obbligatoria, investire sulla qualità delle imprese, assumere tecnici e ricercatori e anche per migliorare e aumentare le rendite e i premi verso le famiglie colpite da incidenti drammatici negli ambienti lavorativi”. Sulla patente a punti, Il segretario generale della Cisl spiega come “vada bene sperimentarla inizialmente nell’edilizia e nei cantieri mobili, ma chiediamo al Governo di prevedere interventi finalizzati ad allargarla a tutti i settori economici e produttivi”.
Idee chiare della Cisl anche rispetto agli ultimi provvedimenti economici. Il Def varato dal Consiglio dei Ministri ha “uno spirito troppo difensivo, direi evanescente dice Sbarra -.
Mancano contenuti, manca una visione coraggiosa e coesiva. Allora lo diciamo con la forza e l’intransigenza di un sindacato responsabile. Lo diciamo a caratteri cubitali: non si pensi di andare a passo di gambero sugli obiettivi tagliati in questo anno. Nessuno tocchi gli sgravi sul cuneo contributivo. Non si pensi di poter tagliare sulla sanità, sulla scuola il welfare e le politiche sociali. Si stia alla larga dai tagli lineari, serve redistribuzione vera”. La Cisl sollecita una “nuova politica dei redditi” e incalza controparti, Stato e aziende, a rinnovare tutti i contratti pubblici e privati. Ma non solo. Il segretario generale Luigi Sbarra chiede al Governo una serie di misure per dare “stabilità dell’occupazione, con un forte investimento su politiche attive, formazione e competenze”.
Infine, conclude Sbarra è necessaria “una vera riforma fiscale redistributiva che finalmente tolga il peso del prelievo dalle spalle di lavoratori e pensionati, una revisione del sistema pensionistico con forti elementi di solidarietà̀, flessibilità̀, inclusività̀, stabilità delle regole e opportunità̀ per giovani e donne. Dobbiamo unire il Paese. Serve un salto di qualità̀ per un grande patto sociale, un grande accordo per rilanciare i salari. Questo deve fare un sindacato riformista. Bisogna evitare di chiuderci nella piazza condannandoci all’irrilevanza. Vedo che si rialza la bandiera anacronistica dell’articolo 18. È illudere le persone, la vera tutela è l’investimento sulla formazione».