Il tragico nubifragio che ha colpito diversi comuni in provincia di Ancona in queste ore ci ricorda quanto sia urgente per il nostro Paese investire in un serio lavoro di prevenzione e mitigazione dei rischi, nonché sulle ricostruzioni: fino a oggi è infatti mancata in Italia una politica nazionale per la riduzione del rischio e per le ricostruzioni materiali e socio-economiche dei territori colpiti da eventi idrogeologici o da sismi.
ActionAid nel 2019 ha dato vita alla campagna nazionale #Sicuriperdavvero che ha attivato oltre 400 persone e realtà di diverso tipo attorno all’urgenza di avviare un dibattito pubblico, partecipato e ampio, sulle politiche di prevenzione e di ricostruzione in Italia. Gli ultimi dati resi pubblici dall’Istituto Superiore per la protezione e la ricerca ambientale ci dicono che il 93,9% dei comuni italiani (7.423) è a rischio per frane, alluvioni e/o erosione costiera. Fenomeni come questo che ha colpito le Marche, anche a causa dell’acuirsi della crisi climatica, saranno sempre meno fenomeni isolati con danni economici e perdita di vite umane sempre maggiori.
“Le drammatiche immagini che stiamo vedendo in queste ore e la tragica perdita di vite umane sono le conseguenze di eventi che nel nostro Paese accadono con crescente frequenza. Se vogliamo affrontare seriamente la sicurezza dei territori e delle persone bisogna prendere atto della fragilità del territorio italiano e della vulnerabilità delle comunità investendo concretamente nella riduzione del rischio oltre che nella risposta all’emergenza. Solo così potremo ridurre e mitigare le perdite di vite umane e le conseguenze economiche e sociali” dichiara Patrizia Caruso, Responsabile Unità Resilienza di ActionAid Italia.
Una politica integrata di riduzione del rischio, che includa tanto la prevenzione quanto le ricostruzioni deve essere una delle priorità per il Paese. Emblematico il caso del Codice della Ricostruzione post sisma: il 21 gennaio 2022, il Consiglio dei Ministri ha approvato il Disegno di Legge Delega per dotare finalmente l’Italia del Codice della Ricostruzione. Tuttavia, l’iter per l’adozione di questo istituto legislativo si è scontrato con l’interruzione della Legislatura, e il provvedimento non ha potuto compiere i dovuti passaggi che avrebbe portato verosimilmente alla sua approvazione in Parlamento. Il rischio è che il percorso verso il Codice della Ricostruzione, per cui tanto si è lavorato in questi ultimi mesi, non arrivi mai a suo compimento. L’ennesima tragedia di queste ore ci mostra quanto invece sia urgente e necessario uno sforzo collettivo perché il tema della prevenzione e della ricostruzione conquisti uno spazio nel dibattito pubblico e ci sia un impegno effettivo nella prossima Legislatura verso le persone colpite e le tante altre comunità che in Italia abitano territori a rischio. Il Paese non può più attendere.