Roma – Ascolto, partecipazione, democrazia, uguaglianza e coinvolgimento nei processi decisionali. Sono I pilastri del Manifesto della Partecipazione Scolastica, il risultato di un lavoro durato tre anni nell’ambito del progetto ‘Ripartire’, presentato a Roma, negli spazi di Industrie Fluviali, insieme ai protagonisti che lo hanno reso possibile: studenti, genitori, realtà del terzo settore e istituzioni locali.
Il progetto ‘Ripartire – Rigenerare la partecipazione per innovare la rete educante’ è stato selezionato da Impresa Sociale Con I Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile e realizzato da ActionAid su 5 territori: Ancona, L’Aquila, Roma, Pordenone e Trebisacce (CS) grazie al coinvolgimento di un ampio partneriato tra cui Fondazione Openpolis, BiPart Impresa sociale, Fondazione Human Foundation, La Fabbrica Spa, Transparency International Italia e Università della Calabria; Il Dipartimento per le Politiche di Coesione – Presidenza del Consiglio dei Ministri; cinque associazioni/cooperative sociali: COOSS Marche, Fondazione RagazzinGioco, Mètis Community Solutions, Associazione Passaggi ed éCO; cinque scuole secondarie di secondo grado, una per territorio.
“È un progetto che ha l’obiettivo di contrastare le disuguaglianze e la povertà educativa. E lo fa promuovendo gli spazi di partecipazione- spiega Claudia Cicciotti, responsabile del progetto per ActionAid- In tre anni abbiamo lavorato con ragazzi e ragazze ma anche con tutta la comunità educante per riflettere insieme e promuovere azioni che dessero maggiore voce ai giovani, ampliando il dialogo tra i diversi attori della comunità e tra scuola e territorio. Le anime che hanno caratterizzato il progetto sono tantissime ma tutte hanno avuto il comune obiettivo di lavorare per creare degli spazi di partecipazione”.
L’obiettivo del progetto è appunto quello di aumentare la partecipazione civica di ragazze e ragazzi attraverso lo sviluppo e il rafforzamento di competenze relazionali e sociali per incidere sul legame tra esclusione sociale e povertà educativa. Attraverso il Manifesto, tutte le realtà che hanno partecipato al progetto hanno voluto sintetizzare le esperienze maturate in questi tre anni, per incoraggiare altre realtà territoriali a rendere più partecipative e democratiche le comunità scolastiche che gli studenti e le studentesse vivono.
A Trebisacce il progetto è stato portato avanti dall’Associazione Passaggi con l’ITS Filangieri ed il Liceo Galileo Galilei; ad Ancona da COOSS Marche con l’Istituto Savoia-Benincasa; mentre a L’Aquila l’iniziativa ha coinvolto Metis Community Solutions con il Convitto Nazionale Cotugno. A Roma, la Cooperativa éCo ha lavorato con l’Istituto Pertini-Falcone– plesso Via Lentini, infine a Pordenone la Fondazione Ragazzingioco ha svolto il progetto all’Istituto Zanussi.
“Mi sono occupata di spazi di partecipazione e comunicazione attiva all’interno dell’ambiente scolastico- ha spiegato Emma, studentessa di Pordenone- insieme abbiamo ragionato su come coinvolgere i ragazzi più piccoli nelle assemblee di classe, per fargli conoscere cosa sono e perchè sono importanti. Questo percorso è stato molto bello perchè è stato molto interattivo, e mi ha aiutato tantissimo ad aprirmi e scoprire tante cose di me stessa. Mi ha dato molte opportunità”. Giorgia invece si è occupata della linea di co-progettazione territoriale. “Abbiamo pensato come poter adibire a parco una nuova area di Pordenone- ha detto- è stato molto importante poter progettare un’idea da capo a fondo: è stato utile per capire quanto noi ragazzi possiamo essere d’aiuto per la nostra città e possiamo cambiare le cose”.
Al di là dei risultati, infatti, il progetto vuole lasciare nei giovani la consapevolezza che è possibile attuare un cambiamento positivo nel territorio, ma solo se partecipa tutta la comunità. Ed è questo il principio chiave del Manifesto della Partecipazione Scolastica, risultato del lavoro di analisi e di ripensamento della democrazia nei cinque territori coinvolti. Tra i principi cardine, quello di conoscere gli organi collegiali della scuola; lavorare con il territorio per sviluppare le competenze di cittadinanza; rafforzare il dialogo e l’ascolto nella comunità scolastica e favorire processi di cambiamento a partire dalla propria classe.