Il fondo inserito in Legge di Bilancio, votato con emendamento delle opposizioni, che con mezzo milione di euro voleva promuovere l’educazione all’affettività e alla sessualità nelle scuole secondarie non esiste più. Quei fondi serviranno a formare gli insegnanti «prioritariamente riguardo alle tematiche della fertilità maschile e femminile, con particolare riferimento all’ambito della prevenzione delle infertilità», così come spiegato dal Governo durante un’interrogazione parlamentare dell’8 gennaio.
Per ActionAid è una decisione grave e che va contro tutto ciò che la politica dice di dover fare, dal Governo al Parlamento, per contrastare la violenza maschile contro le donne e di genere, cioè prevenire partendo dalla scuola le cause dei comportamenti violenti. Non solo i politici e le politiche lo esprimono sui propri social come intervento necessario, ma il 60% della popolazione italiana ritiene che sia proprio l’educazione all’affettività e alla sessualità la misura più importante da attuare, come rilevato dall’indagine statistica Oltre le Parole realizzata da ActionAid con l’Osservatorio di Pavia e B2Research.
Dai risultati dell’indagine, l’opinione pubblica italiana individua con chiarezza nella cultura patriarcale la principale causa della violenza, una cultura che non accetta l’emancipazione e l’autodeterminazione delle donne. E chiede allo Stato di intervenire su questo versante, poiché lo considera l’attore principale per prevenire e contrastare la violenza maschile contro le donne nel nostro Paese. Dello stesso parere sono le politiche e i politici che, indipendentemente dall’appartenenza partitica, su Facebook e Instagram sostengono la necessità di lavorare sulla prevenzione primaria. Soprattutto, sottolineano l’importanza di introdurre l’educazione all’affettività e alla sessualità – utilizzando diciture diversificate a seconda della provenienza politica – nelle scuole come strumento essenziale di prevenzione della violenza maschile.
Sono gli stessi adolescenti a rivelare quanto sia urgente occuparsi di prevenzione della violenza: l’indagine “I giovani e la violenza tra pari” condotta da Ipsos per ActionAid su un campione rappresentativo di circa 800 ragazze e ragazzi tra i 14 e i 19 anni ha svelato che ancora c’è confusione a capire dove si annida la violenza e quali conseguenze derivano da essa. Ad esempio, per 4 giovani su 5 una donna può sottrarsi a un rapporto sessuale se davvero non lo vuole, ancora 1 su 5 crede che le ragazze possano provocare la violenza sessuale se mostrano un abbigliamento o un comportamento provocante. Gli adolescenti italiani sono concordi su chi commette atti di violenza nel nostro paese: i ragazzi maschi, soprattutto se in gruppo, e gli uomini adulti.
Da anni ActionAid chiede che la politica passi dalle parole ai fatti, superando le differenze ideologiche, e raggiunga una convergenza per approvare una legge che introduca l’educazione all’affettività e alla sessualità e di genere nelle scuole, in linea con le principali direttive internazionali dell’OMS e dell’Unesco così come con le richieste della società civile italiana promosse dal gruppo CRC di cui ActionAid fa parte, ma anche questa volta si sceglie la strada opposta e si danno fondi per iniziative discutibili che nulla hanno a che fare con la prevenzione primaria.