Trieste. La Polizia di Stato ha ristretto presso la locale casa Circondariale il cittadino italiano classe ’82, destinatario di un ordine di carcerazione emesso dalla Procura Generale presso la Corte d’Appello di Trieste, dovendo espiare un definitivo pena di anni nove poiché condannato per aver adescato, nel 2016, una minore di anni 13 con cui ha anche consumato dei rapporti sessuali.
Nell’estate del 2016, non avendo da alcune ore notizie della propria figlia minorenne, una donna sporgeva denuncia di scomparsa presso la Questura, specificando non solo che la ragazza era stata vista da una conoscente alla fermata del bus mano nella mano con un adulto, ma che erano anche spariti dal proprio portafoglio il bancomat e la carta di credito.
I primi accertamenti effettuati dalla Squadra Mobile giuliana, coordinata dalla Procura della Repubblica di Trieste, permettevano di ipotizzare che la giovane avesse iniziato una relazione con il soggetto; infatti, dal telefonino della minore scomparsa, lasciato a casa prima di andare via, venivano estratti degli inequivocabili messaggi dai quali si evinceva chiaramente come l’uomo avesse compiuto degli atti sessuali con la giovane.
Gli ulteriori approfondimenti permettevano, altresì, di apprendere che la sera della scomparsa, l’indagato aveva fatto accesso ad un pronto soccorso di un comune della Regione e che, in quell’occasione, era stato visto in compagnia di una giovane avente le stesse sembianze fisiche della minore scomparsa.
Dopo alcuni giorni di ricerche e di incessanti indagini, in data 20 luglio 2016 la ragazza e l’uomo venivano rintracciati in altro centro friulano da una Volante. Formalizzati gli atti rito la giovane veniva riconsegnata alla famiglia mentre il soggetto veniva indagato in stato di libertà per i reati di adescamento di minore e atti sessuali con minore di anni 14.
A seguito dell’ascolto di alcuni testimoni e le varie risultanze investigative comprovanti le ipotesi delittuose, la Squadra Mobile di Trieste, in data 21 settembre 2016, dava esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. di Trieste, associando l’indagato alla locale Casa Circondariale e, successivamente, agli arresti domiciliari.
Divenuta definitiva la sentenza di condanna ad anni 9 di reclusione, a suo carico è stato emesso ordine di esecuzione per la carcerazione dalla Procura Generale presso la Corte d’Appello di Trieste; pertanto, nel pomeriggio di sabato 23 novembre, il condannato è stato nuovamente associato dagli agenti della Squadra Mobile giuliana presso la locale Casa Circondariale.