Dal 1° gennaio 2025 in vigore le nuove regole per gli affitti brevi. Sono previste multe da 800 fino a 8 mila euro in assenza del Codice Identificativo Nazionale (Cin). Gli immobili destinati al mercato dell’affitto turistico al di sotto dei 30 giorni, devono esibire sia fisicamente che negli annunci su piattaforme come Airbnb o Booking.com il codice assegnato, altrimenti scatteranno le sanzioni.
Il D.L 18 dicembre 2023 n. 145 (meglio noto come Decreto Anticipi), con l’art. 13-ter, co. 15, ha previsto l’introduzione del Codice Identificativo Nazionale in materia di affitti brevi (che non superino cioè i 30 giorni di locazione).
In particolare, per le unità immobiliari a uso abitativo destinate a contratti di locazione per finalità turistiche, per quelle destinate alle locazioni brevi ex art. 4 D.L. 24 aprile 2017 n. 50 nonché per le strutture turistico-ricettive alberghiere ed extralberghiere, come individuate dalle norme regionali sul turismo, è previsto l’obbligo di attribuzione di un codice identificativo nazionale.
Sul tema sia l’Unione Europea che il governo Meloni hanno lavorato compatti per regolare il comparto dominato da piattaforme come Airbnb, Booking o Expedia, ma anche in cui i privati sono parecchio attivi. Tale adempimento ha dunque come chiara finalità, oltre che la tutela della concorrenza e della trasparenza del mercato, il contrasto alle forme irregolari di ospitalità nonché, anche se tale indicazione non è espressamente evidenziata nella norma, il contrasto all’evasione fiscale.
Requisiti degli immobili
Gli immobili destinati ad affitti brevi devono essere dotati di dispositivi per la rilevazione di gas combustibili e del monossido di carbonio, oltre ad avere estintori portatili a norma di legge posizionati in punti accessibili e visibili.